C'era una volta Berlinguer
Abbiamo intervistato i creatori di "Qui si fa l’Italia", il podcast che racconta la storia del nostro Paese a chi non c'era
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Ho finito di ascoltare la terza stagione di In The Dark, magistrale inchiesta sull’omicidio di 24 civili iracheni inermi (tra cui donne, bambini e anziani) compiuto il 19 novembre 2005 ad Haditha, in Iraq, da una squadra di Marines. Ricordo ancora nitidamente il sogno che ho fatto dopo avere terminato una delle prime puntate: uomini che torturavano e facevano esplodere altri uomini.
Ho ascoltato anche le nuove puntate di The Heart, che compongono una serie intitolata The Gaza Monologues Revisited. I Monologhi di Gaza sono una serie di racconti sugli orrori subiti dai palestinesi che i giovani membri dell’Ashtar Theatre di Gaza hanno scritto nel 2010. In questo caso dopo l’ascolto non ho avuto incubi: la mia mente non ha bisogno di immaginare che cosa fa l’esercito israeliano in Palestina, lo vedo ogni giorno su Instagram.
Intanto in Afghanistan i talebani hanno emanato una legge che vieta alle donne di parlare in pubblico, ma anche di cantare e leggere ad alta voce nelle loro case. Fereshta Abbasi, avvocata e ricercatrice della ong Human Rights Watch, ha scritto un pezzo per il giornale Kabul Now intitolato For Afghan Women, Singing is Resistance.
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C’è un dio selvaggio, nei miei pensieri.
Ma non so se è lo stesso dio selvaggio che racconta Tom Hirons nella poesia Sometimes a Wild God (proprio questa poesia, peraltro, ha determinato il titolo della nuova canzone di Nick Cave & The Bad Seeds, Wild God).
Sometimes a wild god comes to the table.
He is awkward and does not know the ways
Of porcelain, of fork and mustard and silver.
His voice makes vinegar from wine
And brings the dead to life.
E chissà che un giorno anche il mio, il nostro dio selvaggio non trasforma l’aceto in vino con la voce. E magari resusciterà persino i morti.
Noi intanto continuiamo ad ascoltare, ché è proprio quando si smette di farlo che tutto inizia a crollare.
di Margherita Maspero
Il delitto Moro. La strage di Piazza Fontana. La figura di Bettino Craxi. La Resistenza. Gli anni di piombo.
La prima volta che ho sentito parlare di questi argomenti non è stato a scuola. Mi ricordo che da adolescente, nei lunghi viaggi in macchina durante le vacanze, mi piaceva chiedere ai miei genitori di raccontarmi come fosse stato vivere quegli anni, quale fosse l’atmosfera che si respirava, com’erano (o sembravano) diversi il Paese e la nostra città.
Le risposte che ricevevo intrecciavano date e fatti di cronaca con osservazioni su come questo o quell’evento avesse avuto un impatto sulla nostra famiglia, o su persone che conoscevano. Dallo zio che andava a nascondersi in montagna coi partigiani quando arrivavano i tedeschi in città, ai compagni di liceo che dal movimento studentesco si diceva fossero passati alla lotta armata.
Forse il fatto che la mia prima esposizione a eventi così fondativi della nostra repubblica sia stata tramite racconti orali è il motivo per Qui si fa l’Italia mi ha catturato immediatamente. Parlo del podcast di Lorenzo Pregliasco e Lorenzo Baravalle, che il 27 agosto ha inaugurato la terza stagione.
Mentre il titolo è un riferimento alla frase attribuita a Garibaldi durante una battaglia contro l’esercito borbonico, il sottotitolo che lo accompagna ha funzione di manifesto programmatico: «I momenti che hanno fatto la storia del nostro paese raccontati a chi, come noi, non li ha vissuti».
Prima del lancio della nuova stagione, ho avuto modo di intervistare i due creatori del podcast. L'intervista completa è stata registrata e può essere ascoltata nel podcast feed di Questioni d'orecchio, disponibile sulle principali piattaforme gratuite.
La nostra chiacchierata inizia proprio dalle origini del podcast. Lorenzo Baravalle mi racconta che l’idea gli è venuta sul divano, occupato durante i giorni della primissima quarantena nella primavera del 2020. Stava leggendo un libro di Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, che in una lunga parte parla del rapporto di Piccolo con Enrico Berlinguer. Ed è lì che ha iniziato a pensare: «Tutti noi sappiamo chi è Enrico Berlinguer. Ma poi alla fine abbiamo mai sentito la voce di Enrico Berlinguer? Che cosa pensava Enrico Berlinguer? Che cosa voleva fare Enrico Berlinguer?».
Con la voglia di approfondire l’argomento, è arrivata anche quella di divulgarlo. Continua Baravalle: «Ho subito scritto a Lorenzo, con cui siamo amici ormai da più di dieci anni e insieme abbiamo costruito questa idea di Qui si fa l'Italia, cioè l'idea di raccontare dei momenti che hanno segnato un prima e un dopo nella cultura italiana. E non solo raccontarli dal punto di vista della storia politica, ma farci entrare anche dentro il contesto, ossia in che momento della storia sono successe determinate cose».
📢 Anche questo numero della newsletter è sponsorizzato, e quindi supportato 🙃, da Acast, società svedese operativa a livello globale che ha creato il marketplace di podcast più prezioso al mondo.
Acast ha scelto di investire su Questioni d’orecchio con una serie di post sulla monetizzazione dei podcast. In questo si parla di come adattare la pubblicità al contenuto e all’audience 👇
Come adattare gli annunci al contenuto e al pubblico del tuo podcast
di Megan Davies, Managing Director International per Acast
La bellezza del podcasting è che ti consente di trasformare una passione in un'attività secondaria e potenzialmente in una carriera. Se lo fai per un lungo periodo, avrai bisogno di una strategia per monetizzare il tuo podcast. Essere pagato o pagata ti consentirà di continuare a realizzare episodi e di migliorare la qualità in futuro. Pensa anche a quante ore di pianificazione e produzione ci vogliono per ogni episodio.
Al giorno d'oggi, c'è più di un modo per essere pagato per i podcast. Potrebbe avvenire, ad esempio, attraverso la classica sponsorizzazione e la pubblicità, oppure attraverso il supporto diretto degli ascoltatori grazie ad abbonamenti o donazioni. È tutto disponibile su Acast! E dal momento che ogni podcast è diverso, lo è anche il modo in cui scegli di guadagnare dal tuo.
Ora che utilizzi una piattaforma specializzata nella monetizzazione e hai chiare le diverse opzioni a tua disposizione per guadagnare dal tuo podcast, è importante considerare come realizzare pubblicità adatte al tuo specifico podcast.
💰 Wondery ha sborsato 100 milioni di $ per New Heights
La società (di proprietà di Amazon) ha comprato l’esclusiva per la vendita degli annunci e la distribuzione del podcast dei fratelli Travis e Jason Kelce, che rimarrà disponibile sulle altre app. La popolarità del podcast, nato nel 2022, è cresciuta moltissimo dopo che Travis Kelce, star del football americano (Jason si è ritirato a gennaio 2024), si è fidanzato con Taylor Swift, la cantautrice più influente al mondo.
Quello tra Wondery e i fratelli Kelce fa parte di una “nuova” tipologia di mega accordi inaugurata negli Usa qualche mese fa. 👇
«Un tempo le persone ottenevano contratti di sviluppo multimilionari solo per la promessa di realizzare un podcast, indipendentemente dal fatto che capissero o meno che cosa fosse», ha detto al New York Times Eric Nuzum, podcast strategist e cofondatore dello studio indipendente Magnificent Noise. «I fratelli Kelce, Dax Shepard, i ragazzi di SmartLess invece stanno ottenendo questi contratti perché offrono un pubblico che torna ad ascoltare più volte, e questo è davvero ciò che queste aziende cercano».
A luglio Wondery ha concluso un accordo simile con l’attore e regista Dax Shepard per il suo popolare podcast d’interviste Armchair Expert.
A gennaio SiriusXM invece aveva strappato SmartLess a Wondery per 100 milioni di dollari.
🤑 Alex Cooper ha lasciato Spotify per SiriusXM (e 125 milioni di $)
È più del doppio della cifra che le aveva pagato Spotify (la cui strategia podcast ora mira innanzitutto alla monetizzazione tramite pubblicità anziché all’acquisizione di abbonati). L’accordo dura tre anni e dà a SiriusXM sia l’esclusiva sulla vendita della pubblicità su Call Her Daddy, il podcast di Cooper, e su altri podcast dell’Unwell Network (il network di videopodcast condotti da influencer della Gen Z fondato da Cooper e dal compagno Matt Kaplan) sia la possibilità di realizzare contenuti esclusivi ed eventi legati ai podcast in questione.(il network di videopodcast condotti da influencer della Gen Z fondato da Cooper e dal compagno Matt Kaplan) sia la possibilità di realizzare contenuti esclusivi ed eventi legati ai podcast in questione.
La logica dietro a questo nuovo tipo di mega accordi l’ha spiegata bene anche Liam Reilly sul sito della CNN:
«Le cifre da capogiro segnano il ritorno delle grandi podcast company che pagano alle star somme enormi per i loro podcast, ma con una svolta rispetto alla loro precedente strategia commerciale. Piuttosto che puntare su star non collaudate che potrebbero fallire nella realizzazione degli episodi o nel raggiungimento di un pubblico massiccio, le aziende stringono sempre più spesso accordi pubblicitari e di distribuzione per pubblicare i podcast su piattaforme concorrenti».
SiriusXM ha da poco pubblicato un interessante report sui trend del podcasting, incentrato sui creator. Lo trovi qui. E anche un nuovo report dello IAB (Interactive Advertising Bureau) parla di podcast e creator economy.
Sempre a proposito di SiriusXM: il gigante audio ha lanciato un servizio di abbonamento ai podcast chiamato SiriusXM Podcasts+.
Parlando invece di Spotify, pare che nel 2025 - quando scadrà il suo contratto - Bill Simmons potrebbe lasciare l'azienda. Simmons è il fondatore di The Ringer, casa di produzione di podcast che Spotify ha acquistato nel 2020.
🐢 BBC Sounds ha comprato tre podcast di Tortoise Media
Sono Sweet Bobby, Hoaxed e Pig Iron, tre podcast d’inchiesta di grande successo. Saranno pubblicati mano a mano sulla piattaforma di BBC Sounds nel nuovo feed “Tortoise Investigates”, ma rimarranno disponibili anche sulle altre app.
La scorsa primavera il Boston Globe aveva assunto tre persone per lanciare un nuovo podcast settimanale. Lo storico quotidiano statunitense ha abbandonato il piano, nella convinzione che «il giornalismo audio può essere coinvolgente, ma non attrae abbonati» (convinzione errata: ci sono varie evidenze che dimostrano il contrario).
In tendenza totalmente contraria, in Italia Il Foglio ha appena lanciato una serie di nuovi podcast, e ne lancerà altri ancora.
Peter Kafka, giornalista esperto di media e tecnologia, ha ridato vita al suo vecchio, amatissimo podcast Recode Media sotto un nuovo nome, Channels, edito da Vox Media.
🧑⚖️ La condanna per omicidio di Adnan Syed è stata ripristinata
L’uomo, protagonista della prima stagione di Serial, era stato liberato nel 2022 dopo aver trascorso più di 20 anni in prigione combattendo contro l'accusa di aver ucciso la sua ex fidanzata Hae Min Lee. La Corte Suprema del Maryland ha stabilito che il giudice della corte inferiore aveva commesso un'ingiustizia non dando a Young Lee, il fratello della vittima, un ragionevole preavviso sulla data dell'udienza.
Un podcast ha contribuito alla risoluzione del caso dell’omicidio di una ragazza americana. Melissa Wolfenbarger scomparve ad Atlanta, in Georgia, nel 1998, all’età di 21 anni. I resti del suo corpo furono identificati nel 2003, ma l'identità del suo assassino era rimasta un mistero.
🔎 Amazon Music ha lanciato una funzione per scoprire nuovi podcast
Si chiama Topics, è basata sull'AI e per ora è disponibile solo negli Usa. Identifica gli argomenti chiave di ogni podcast e li etichetta automaticamente, in modo che gli ascoltatori possano fare ricerche per tema.
Anche l’app di hosting Ausha ha lanciato uno strumento AI per favorire la scoperta di nuovi podcast, Ausha Intelligence.
Maven di Audible serve invece per migliorare la scoperta degli audiolibri. Lo stesso vale per Fabely, nuova piattaforma di Bookwire.
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🙋♀️ Ci vediamo?
Mercoledì 18 settembre sarò a Milano per condurre Podtrends, l’evento di Audible e Amazon Music sui trend e sulle abitudini di ascolto dei podcast in Italia.
Sabato 21 settembre, dopo l’inaugurazione della New Media Academy di Chora e Will, sfreccerò a Modena per presentare le opere finaliste della categoria audio dei Dig Awards 2024.
Domenica 22, sempre a Modena e sempre al Dig, modererò un panel sul ruolo dei podcast per riavvolgere la memoria storica (qui il programma completo del festival).
Nel frattempo sarà in corso la nona edizione del Festival del Podcasting, che si terrà dal 17 settembre al 5 ottobre tra Milano, Roma e online.
Nel 2019 ho unito queste due passioni e ho dato vita a Questioni d’orecchio: un magazine in formato newsletter sul mondo dei podcast e degli audiolibri.
Dopo vari anni al Corriere della Sera, ora sono una freelance. Al momento lavoro soprattutto per Chora e Will: sono la loro direttrice editoriale per la formazione e mi occupo di consulenza strategica. Faccio però anche altre cose, come parlare di podcast su LifeGate Radio.
Ho una laurea in Lettere Antiche e un master in giornalismo, che ho preso dopo un anno trascorso tra Londra e Barcellona. Oggi vivo a Maiorca, ma torno spesso nella mia adorata pianura padana.
❤️️ Se questa newsletter ti è piaciuta, spargi la voce e clicca sul cuore qui sotto. Questioni d’orecchio torna a metà settembre! ❤️️