Tu mi scrivi nell'orecchio
La memoria dell'Heysel, la voce di Tokyo, l'importanza delle trascrizioni e altri millemila consigli d'ascolto e di lettura
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Ho disimparato a dormire.
Non so bene quando, come o perché sia successo. Da qualche settimana mese mi addormento a fatica, oppure mi sveglio nel cuore della notte, o molto presto al mattino.
Ho provato qualsiasi cosa: camomilla, valeriana, melatonina, sonniferi «potentissimi» (parola del medico). Spesso è tutto inutile.
Quasi ogni giorno quando mi metto a letto a un certo punto il mio cervello diventa una trappola di pensieri ansiogeni. In genere mi arrendo subito: accendo la luce, e inizio a leggere.
È così che mi sono rinnamorata delle graphic novel, le mie letture preferite durante le parentesi d’insonnia.
In questo momento sul mio comodino ce ne sono due: Quando muori resta a me e Arrugues (“rughe” in catalano). La prima, di Zerocalcare, è una sorta di anti memoir a fumetti incentrato sul rapporto tra Zerocalcare stesso e suo padre, un rapporto basato soprattutto sui non detti e sull’autocensura. La seconda, del fumettista valenciano Paco Roca, parla invece di demenza senile ed è ambientato in una casa di riposo.
Sì, lo so. Probabilmente, non le scelte più azzeccate per risolvere problemi d’insonnia. Ma di qualunque cosa parli, appena infilo il naso tra le pagine di una graphic novel entro nel suo mondo, e presto mi dimentico del mio.
Vedo i personaggi prendere vita, sento le loro voci, divento un personaggio anche io.
***
Tu mi scrivi nell'orecchio, dice la poetessa russa Marina Ivanovna Cvetaeva in una lettera d’amore al poeta austriaco Rainer Maria Rilke.
Scrittura nelle orecchie: forse la definizione perfetta per quei dialoghi che, con un po’ di pazienza, mi permettono di uscire dal mio cervello, di rilassarmi, e magari anche di tornare a dormire. Ma pure per quei racconti che, quando li senti, hai la percezione che stiano parlando anche a te, proprio a te.
Eccone alcuni.
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Sono particolarmente felice della nuova collaborazione con Acast, società svedese operativa a livello globale che dal 2014 a oggi ha creato un preziosissimo marketplace di podcast, in grado di mettere in contatto podcaster, inserzionisti e ascoltatori.
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PODCAST
I seguenti consigli sono stati selezionati tra la quarantina di podcast in italiano usciti nell’ultimo mese che ho intercettato e ascoltato. Quando dico che preparare la newsletter richiede parecchio lavoro mi riferisco anche a questo 😅
«La memoria è una faccenda complicata, è imparentata con la verità ma non è la sua gemella», scrisse Barbara Kingsolver, scrittrice statunitense.
A Emilio Targia piace pensare che il destino di quella frase si possa sovvertire e che, almeno nel caso dell’Heysel, la memoria possa diventare sorella della verità, per fare immaginare il dolore, creare gli anticorpi contro la manipolazione e la strumentalizzazione.
Il 29 maggio 1985, quando 39 tifosi juventini morirono nella calca generata dalle cariche degli hooligan del Liverpool, Emilio Targia si trovava proprio allo stadio Heysel di Bruxelles, per assistere alla finale della Coppa dei Campioni. Targia, che allora era un ventenne con il sogno di diventare giornalista, era andato allo stadio con un registratore e una cinepresa.Nei quattro atti di Dentro l’Heysel (Il Sogno, Il Viaggio, Lo Stadio, Il Ritorno), è esattamente là che ci porta Targia (il podcast, di Mondadori Studios, è sulle principali app d’ascolto gratuite). La sensazione, anche grazie all’inserimento di alcune delle registrazioni realizzate dal giornalista stesso all’epoca, è di viaggiare in una specie di emozionante macchina del tempo.
Ascoltiamo e all’improvviso anche noi non vediamo l’ora di andare a vedere Juventus-Liverpool, anche noi ci scontriamo con l’assurdo, anche noi diventiamo «zombie che camminano sulle macerie di un sogno», anche noi ci indignamo per la memoria infangata.📍 A proposito di tragedie dimenticate, consiglio moltissimo anche Il tramonto a mezzanotte, audiodocumentario di Audio Tales narrato da Giovanni Savarese, che lo ha scritto con Paolo Buzzone. I due giornalisti sono andati a Viareggio, nei posti della strage della notte del 29 giugno 2009, quando l’esplosione seguita al deragliamento di un treno carico di Gpl provocò 32 morti e svariati feriti. E, attraverso i racconti dei superstiti e dei famigliari dei morti, ci fanno rivivere quell’inferno.
Valerio Nicolosi è un giornalista con un grande spessore umano oltre che professionale. E questo spessore si sente benissimo anche nei suoi lavori audio. Vale pure per Borena - La terra senza pioggia, reportage dedicato proprio a questa regione dell’Etiopia che si trova al sud del Paese, al confine con il Kenya.
Qui la popolazione tradizionalmente viveva di pastorizia e agricoltura. Ma oggi, dopo anni senza pioggia, gli abitanti si sono trasformati in profughi interni: molti per trovare una goccia d’acqua percorrono chilometri e chilometri ogni giorno.
Nicolosi attraversa fiumi e laghi ormai prosciugati (il caldo è così atroce che ogni tanto fa spegnere i microfoni), incontra persone che stanno letteralmente morendo di sete (eppure l’acqua da qualche parte c’è: c’è, per esempio, nel pozzo da 40 mila litri in mano a un privato). Intanto racconta, analizza. Ci mostra con la voce quello che vede, e che noi così vediamo a nostra volta.
È un paesaggio straziato quello che ci troviamo davanti. Migliaia di uomini, donne e bambini pelle e ossa. Nicolosi ci gioca con i bambini. Gioca, e intanto pensa a suo figlio lontano, al sicuro, in Italia.
Chi ci pensa ai bambini della comunità di Borena, invece? Ci pensa, per esempio, Cesvi, l’organizzazione umanitaria che ha prodotto questo podcast in sei puntate. Lo ha fatto insieme a LifeGate: il tocco magico di Marco Rip e Giacomo De Poli è inconfondibile. Menzione speciale per la musica della siglia.📍 Altro bel lavoro di reportage audio uscito nelle settimane scorse: Sei città di Valerio Millefoglie (prodotto da Storie Libere per BPER Banca con Gruppo Abele). Un diario di viaggio sonoro attraverso le periferie di sei città italiane e le voci dei ragazzi e ragazze che le abitano.
Se come me hai amato Io ero il milanese, probabilmente ti piacerà anche 24 Passi - La Paloma Bianca. Il protagonista di questa storia si chiama Fabrizio Maiello, nato in provincia di Monza nel 1963.
Da ragazzo Maiello è un cosiddetto cattivo studente, ma ha una grande passione: il calcio. Lì sì che è bravo, un vero talento. Finché a 17 anni non si rompe un ginocchio, entra nel giro dei giovani delinquenti del suo quartiere e finisce in una spirale criminale fatta di rapine, sparatorie, fughe e spaccio (nel 1994 tentò anche di sequestrare Gianfranco Zola, allora stella del Parma). Passa dalle carceri agli ospedali psichiatrici giudiziari. È proprio in un opg che rinizia a giocare a calcio. E, come rimette piede al pallone, tutto cambia.
All’incredibile parabola di vita del “Maradona delle carceri” sono appunto dedicati gli otto episodi di 24 Passi. I racconti di Maiello si alternano alla narrazione di Valentina Poddighe, host e autrice del podcast. Che bello trovare produzioni indipendenti di così alta qualità.
📍 Chissà cosa sarebbe successo a Maiello se ai suoi tempi fosse esistita l’associazione Kayrós, comunità di accoglienza per minori in difficoltà fondata nel 2000 da don Claudio Burgio, a Lambrate. La giornalista Gabriella Simoni per parecchio tempo ha frequentato la comunità e i ragazzi che la abitano. Il risultato, prodotto da Chora Media, è Quei cattivi ragazzi.
🌿 Tra gli innumerevoli podcast usciti nelle ultime settimane ti consiglio di non perderti anche Sulla nostalgia (solo due parole: Sara Poma 💛), Zerocalcare, tra virgolette (bella intervista di Luca Sofri al fumettista, da cui emerge tutto il tenero disagio esistenziale di quest’ultimo), Astrofisica per ansiosi (forse ancora più bello del libro di Licia Troisi a cui è ispirato) e Sopravvissuti (sulle storie di persone sopravvisute ad attentati).
👂 Qui puoi segnalare nuovi podcast che hai ascoltato o che stai per lanciare.
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AUDIOLIBRI
Neige Sinno ha raccontato l’indicibile: la violenza sessuale subita da bambina da parte del patrigno. Con quel racconto coraggioso ha da poco vinto il premio Strega europeo. Il libro s’intitola Triste Tigre: un omaggio a Tigre, Tigre! di Margaux Fragoso, altra storia di incesto, pedofilia e stupro. È un racconto crudo, spietato. È, come scrive la stessa Sinno, il ritratto del suo stupratore. È un’indagine sul male, il male fatto e subito. Nell’audiolibro della versione italiana del libro (il libro è di Neri Pozza, l’audiolibro di Emons per Audible) a dare voce a Sinno è Valentina Bellè, brava attrice ed efficacissima qui come narratrice.
Anche L’ombra del vulcano di Marco Rossari ha un legame profondo con un altro libro. È Sotto il vulcano di Malcolm Lowry, la cosiddetta divina commedia messicana. Nell'estate in cui ha perso un grande amore, al protagonista de L’ombra del vulcano - alter ego di Rossari - è affidata un’impresa colossale: fare una nuova traduzione in italiano del romanzo di Lowry, la storia autodistruttiva di un ex console britannico di stanza in una città immaginaria del Messico. Si crea così un intrigante gioco di specchi tra il Rossari autore, il suo alter ego narrativo, Lowry e l’ex console. Gioco di specchi in cui, nell’audiolibro Einaudi (lo trovi sulle principali app d’ascolto), si aggiunge un livello in più, quello del Rossari narratore.
Se Rossari e il suo alter ego nel Messico di Lowry ci vanno solo con la fantasia, a Tokyo Laura Imai Messina ci è andata davvero. La sua idea era di trascorrerci qualche tempo per studiare. Invece, dopo quasi 20 anni è ancora lì. A Tokyo e in generale in Giappone sono ambientati tutti i romanzi di Laura Imai Messina. Tokyo tutto l’anno però non è un romanzo: è una lettera d’amore a una metropoli che, parole della scrittrice (anche narratrice dell’audiolibro Einaudi), sembra in uno stato di infanzia perenne.
Da quando sono arrivata percepisco la metamorfosi ininterrotta di questa città. Da bruco a farfalla, da farfalla a rondine, da rondine a sasso, da sasso a palazzo, da palazzo a bosco, da bosco a…
Laura Imai Messina racconta la città e si racconta in rapporto ad essa, ne scava nella lingua, dipinge paesaggi con le parole. E noi, appesi a queste parole, passeggiamo per Tokyo con lei, mese dopo mese, e vediamo la metropoli prendere forme sempre diverse.
🌿 Aggiungo due ultimissimi consigli d’ascolto ancora: I giorni di vetro di Nicoletta Verna, meraviglioso romanzo meravigliosamente letto da Gaia Nanni, e Adalaida di Adrián N. Bravi, sulla storia della coraggiosa artista argentina Adelaida Gigli (legge Elena Scalet).
Costruire la fiducia nel marchio attraverso la pubblicità sui podcast
di Megan Davies, Managing Director International per Acast
L’amore inizia con la fiducia, così come il rapporto tra i brand e il loro pubblico. Acast mette in contatto i marchi con il loro pubblico target per costruire relazioni significative. E sappiamo che la pubblicità nei podcast non solo crea fiducia, ma la rafforza anche.
Curioso di sapere come funziona? Abbiamo studiato la fiducia nella pubblicità dei podcast e il modo in cui i marchi possono sfruttare la relazione tra host e ascoltatori.
Un paio di spoiler: la nostra ricerca ha mostrato per esempio che il 57% dei consumatori si fida maggiormente delle personalità dei podcast, in netto contrasto con altri media come la TV via cavo (che si attesta al 12%). Ma anche che i podcast creano un’atmosfera unica e intima in cui gli annunci letti dall’ospite fanno parte della conversazione, non un’interruzione. Tanto che quando un host consiglia un prodotto, il 77% si fida di questi consigli.
I podcast che ci portano dentro la striscia di Gaza (The Verge).
In Nigeria c’è una stazione radio con solo conduttrici donne (Reuters Institute).
In che modo Serial ha trasformato il true crime (Vox).
Ecco perché ci sono sempre più serie tv con protagonisti dei podcaster (New York Times).
Acquired è un podcast indie che nel mondo del business, negli Usa, ascoltano ormai tutti. Come hanno fatto i suoi creatori ad arrivare a questo punto? (Wall Street Journal)
Da freelance senza prospettive a podcaster che guadagna 16 mila euro al mese con storie di esteri: il caso del giornalista polacco Maciej Okraszewski (The Fix).
La crisi economica dei podcast narrativi (Bloomberg).
Le trascrizioni dei podcast sono un passo avanti importante nel cammino verso l’accessibilità (Guardian + Ojalá).
Podcast monologuing is the new mansplaining (The Daily Beast).
❤️️ Se questa newsletter ti è piaciuta, spargi la voce e clicca sul cuore qui sotto. Questioni d’orecchio torna tra due settimane! ❤️️
Nel 2019 ho unito queste due passioni e ho dato vita a Questioni d’orecchio: un magazine in formato newsletter sul mondo dei podcast e degli audiolibri.
Parlo di podcast anche su LifeGate Radio ogni martedì dopo il notiziario delle 18, e lavoro per Chora e Will come strategist e direttrice editoriale in ambito formazione.
Sono laureata in Lettere Antiche e, dopo un anno tra Londra e Barcellona e un master in giornalismo, ho lavorato per diverso tempo al Corriere della Sera.
Oggi vivo tra la pianura padana e Maiorca.
La storia di Okraszewski mi fa ben sperare! (E Sulla nostalgia è bello come lo immaginavo 💘)
Andrea ci regala un'altra preziosa selezione di ascolti e lo fa con tale passione e precisione di parole che viene subito voglia di mettersi le cuffie.