Andrea Colamedici e Maura Gancitano lanciano "ilpod", il primo premio dedicato ai podcast italiani
«Premieremo i progetti di maggior qualità e quelli che riescono a diffondere in maniera più vasta l’idea di podcasting», racconta Colamedici. L’ambizione è creare una comunità di ascoltatori e speaker

Finalmente anche l’Italia avrà un premio dedicato ai podcast. Uso il futuro perché l’evento di premiazione avverrà a Milano nell’aprile 2022, ma il progetto è già partito. Si chiama ilpod e dietro ci sono quei geni di Andrea Colamedici e Maura Gancitano, che attorno a Tlon (scuola di filosofia e immaginazione, casa editrice, libreria-teatro e molto altro) hanno creato un punto di riferimento ormai imprescindibile nel nostro panorama culturale.
Saranno presenti varie categorie, ancora in fase di definizione. Tra le ipotesi spuntano un premio per i podcast indipendenti, uno per i podcast true crime e un altro per i podcast che fanno divulgazione culturale, per esempio. Così come ci sarà una giuria che si occuperà di selezionare una prima rosa di podcast, su cui poi il pubblico avrà la possibilità di esprimersi. «Per ilpod abbiamo preso spunto da altri premi di podcasting, come i Podcast Awards, e da premi di altri ambiti», mi ha raccontato Colamedici. «Premieremo sia i progetti di maggior qualità sia quelli che riescono a diffondere in maniera più vasta l’idea di podcasting, anche sperimentando in ambiti normalmente preclusi. Mi piacciono i piccoli podcast indipendenti, che tentano di fare divulgazione anche su temi di nicchia».
L’obiettivo finale di Colamedici e Gancitano in realtà va al di là del premio: «Vogliamo mostrare che il podcasting può essere anche un paradigma di eccellezza dell’impresa italiana, in grado di inventare nuove professioni. Ci stanno provando in molti, c’è un investimento variegato. Ora bisogna mettere in rete quelle persone che non soltanto hanno a cuore i podcast, ma che ne riconoscono anche la portata sociale». L’ambizione, in sostanza, è creare una comunità di ascoltatori e speaker «uniti da un certo modo di fare cultura e intrattenimento». La parola chiave è collaborazione. E il premio stesso nasce con l’idea di collaborare con tutti gli altri attori del settore.
Gancitano e Colamedici hanno iniziato a occuparsi di podcast alcuni anni fa con Tlon - Il podcast. Nel giro di qualche tempo sono stati contattati da Audible, per cui hanno realizzato due stagioni di Scuola di filosofie, serie audio mirate a riportare la filosofia tra la gente. «Ci ascoltavano e ci ascoltano persone come mia madre, che prima di andare in pensione faceva la colf», prosegue Colamedici. «Puliva e intanto ascoltava gli insegnamenti di Heidegger. Alcuni dopo avere ascoltato i podcast si sono iscritti alla facoltà di filosofia, anche a 50 o a 60 anni. Abbiamo fornito un intrattenimento di un certo livello a chi magari altrimenti non si sarebbe mai interessato a questi argomenti. È come se grazie all’audio ci si senta più in diritto di approcciare contenuti alti, di prendere in mano Kafka o libri come Delitto e castigo».
La coppia ha anche dato vita a due stagioni dell’Audible Club (qui la prima e qui la seconda), dove spiega come si strutturano determinati podcast e audiolibri, incluso il dietro le quinte. In un omonimo gruppo Facebook con oltre 6000 iscritti gli utenti si scambiano consigli di ascolto. «È come la congiura di poeti di Tiziano Terzani. Quando vedi qualcuno con le cuffie ti viene il dubbio che stia ascoltando un podcast, e ti senti meno diverso dallo sconosciuto», comenta Colamedici, che sottolinea anche l’importanza di educare all’ascolto con una buona strumentazione. «Alcuni studi di Giuseppe Riva, professore di Psicologia della comunicazione all’Università Cattolica di Milano, dimostrano che una comunità fondata sull’interesse comune presenta delle attivazioni neuronali diverse».

I due filosofi hanno inoltre creato un meraviglioso podcast sulla saga di Harry Potter, La filosofia di Harry Potter, e trasformato in audiolibri i loro saggi prestando le loro stesse voci. «L’audiolibro di Liberati della brava bambina è uno dei più ascoltati di Audible. Mentre la versione audio di Prendila con filosofia è il primo audiolibro-game: abbiamo immaginato una serie di percorsi, l’ascoltatore sceglie come procedere. Un audiolibro può essere un’avventura», commenta Colamedici. Gli chiedo che opinione ha dell’interazione in ambito audio. «Può portare a un ripensamento sano dell’intelligenza non umana. Penso per esempio agli assistenti vocali», risponde. «Si esce dal rapporto schiavo-padrone (il termine ceco “robota” vuol dire appunto schiavo) per entrare in relazione con l’intelligenza artificiale, così da sviluppare creatività e smettere di sentirsi al centro dell’universo. Non è un caso se ultimamente si parla sempre più spesso di metaversi, ecosistemi che abitiamo e non ci limitiamo ad attraversare. Imparare a ripensare il proprio rapporto con l’audio può aiutarci a trovare un nuovo modo di abitare lo spazio digitale».
Per concludere la lunga lista di esperienze di Gancitano e Colamedici nell’audio parlato rimangono due podcast: uno, già avviato, è il podcast del Romaeuropa Festival, l’altro, ancora in fase di lavorazione, è il podcast del Parlamento europeo. E la coppia ha pure stilato una lista di diritti dell’ascoltatore, sulla scia dei diritti del lettore di Daniel Pennac. Qualche esempio? L’ascoltatore può fare altro mentre ascolta, può tenere gli occhi chiusi…
Ma perché i podcast in Italia sono esplosi proprio ora? Lo domando al filosofo. «Ci sono due risposte. La prima è che come sempre siamo in ritardo di qualche anno rispetto agli Stati Uniti. La seconda deriva dallo stordinamento da immagini. Abbiamo bisogno di riposare lo sguardo e produrre immaginazione, di riprendere un approccio alla cultura orale in un tempo in cui siamo iperstimolati dalla quella visiva», dice. «Le civiltà che si fondano sulla trasmissione orale hanno la possibilità di aderire a un corpus culturale che si rinnova, malleabile come la pasta madre. Essere partecipi di un testo cangiante, come l’Iliade e l’Odissea, significa sentirsi parte integrante di un processo narrativo. L’audio ci riconnette con una forma dialogica che è quella su cui si fonda l’umanità, ci rende più nudi: dà l’idea di abitare qualcosa che fa fatica a ingannarti. C’è bisogno di cose dirette, spietate. Di persone che mettano la propria voce al servizio di un’idea».
Secondo Colamedici il rischio da evitare è invece quello di focalizzarsi troppo sulla persona a discapito del contenuto: «Internet ha fallato anche per il ruolo eccessivamente pervasivo degli influencer. In generale sui social abbiamo ormai bruciato la terra, il rischio shitstorm è sempre dietro l’angolo. Nei podcast ci stiamo muovendo con più cura, con rispetto reciproco. Potrebbero davvero permettere di fare un grande lavoro di autocoscienza collettiva».
Le notizie della settimana
Un’inchiesta di Mediapart ha rivelato le difficili condizioni delle persone che lavorano nel settore dei podcast in Francia. L’inchiesta, nata durante il Paris Podcast Festival, riguarda alcune delle case di produzione francesi più prestigiose (Binge Audio, Louie Media, Nouvelles Écoutes, Paradiso e Slate) e parla di stipendi irrisori, delle grandi difficoltà dei lavoratori a fare rispettare i propri diritti e di professionisti sottoposti a forte stress mentale. Se lavori nel mondo del podcasting e stai vivendo una situazione simile, sono qui per ascoltarti o leggerti.
Ricordi che qualche settimana fa era emerso che YouTube era alla ricerca di un* dirigente incaricato di supervisionare le proprie attività nel settore dei podcast? (Ne avevo parlato anche qui). Sembra che quella persona sia Kai Chuk. Chuk, che si occupa di media partnership per YouTube da quasi dieci anni, avrà il compito di «gestire il grande volume di podcast già esistenti e le relazioni all’interno della piattaforma». Si tratta di uno scoop di Ashley Carman per HotPod. Secondo Carman il titolo di Chuck è Podcast Lead.
Come aveva anticipato a Questioni d’orecchio Eduardo Alonso, Spotify Head of Studios per il Sud e l’Est Europa, presto molti più creator potranno pubblicare video podcast su Spotify attraverso Anchor.
Spotify ha stretto una partnership con Shopify, la società dietro all’omonima piattaforma di e-commerce. In base all’accordo gli artisti (musicisti e podcaster) possono connettere i loro profili Spotify con i loro store Shopify, in modo da vendere il proprio merchandise ai fan attraverso l’app di Spotify.
Facebook ha riferito che al momento non prevede di usare i propri server per l’hosting dei podcast: il focus è invece sul supporto dei feed RSS. L’azienda inoltre ha fatto sapere che verrà usato il termine “subscribe” (“iscriviti”).
L’ex presidente statunitense Donald Trump lancerà una piattaforma social, TRUTH Social, che includerà anche i podcast (qui ho raccontato quanto i podcast siano amati dall’estrema destra).
Clubhouse ha inserito una nuova funzione, Pinned Links, che consente di fissare un link in cima alla propria stanza.
Amazon sta mettendo a punto una nuova app, il cui nome in codice è “Project Mic”, che offre a chiunque la possibilità di creare e distribuire un programma radiofonico live, con il catalogo musicale di Amazon a disposizione.
Dopo che Apple ha annunciato che i nuovi AirPods supporteranno l’audio spaziale, Amazon ha fatto sapere che gli abbonati a Music Unlimited possono ora usare le proprie cuffie per ascoltare i contenuti di Amazon Music con l’audio spaziale.
È nato in Texas un nuovo network di podcast audio e visuali. Si chiama Hot Pie Media e vanta una serie di host che, negli Usa, sono già piuttosto celebri.
Secondo una stima di eMarketer entro la fine di quest’anno nel complesso 70 milioni di persone avranno ascoltato podcast in Francia, Germania, Italia, Uk e Spagna, contro i 117,8 milioni degli Usa. Si calcola che in Italia la penetrazione attuale sia pari al 25% della popolazione e che si arriverà al 30% entro il 2025.
Per i super nerd del podcasting e soprattutto per chi è interessato all’aspetto del marketing, ecco il report di Podsights relativo al quarto trimestre finanziario 2021 negli Usa, con vari dettagli su KPI come il tasso di conversione.
Tra le novità della nuova homepage de La Stampa c’è anche una sezione dedicata all’audio, con più articoli letti da speaker professionisti e le audio rubriche con le voci delle firme del giornale.
Domani, 28 ottobre, arriva in libreria A morte il tiranno di Matteo Cavezzali, libro tratto dall’omonimo podcast di Storielibere.fm ed edito da HarperCollins. Ed è uscito anche il libro tratto dal podcast di Barack Obama e Bruce Springsteen, Renegades, pubblicato in Italia da Garzanti.
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I consigli di lettura
Quanti sono i podcast italiani? Quanto sono ascoltati? E quanti sono i loro ascoltatori? Gabriele Gargantini ha provato a rispondere a queste domande su Il Post mettendo insieme i vari dati disponibili e le informazioni di alcune persone che si occupano del settore (tra cui ci sono pure io).
È uscita la prima puntata di Ikaros, Spotify Original prodotto da Gli Ascoltabili in collaborazione con Operà Music. Per Il Corriere della Sera ho intervistato Morgan, la voce del podcast: abbiamo parlato di fiabe, di comandi vocali e bombe nucleari e della scelta di perdersi.
Perché Bigtech vuole disperatamente la nostra voce (e Apple ci fa anche lo sconto).
Vent’anni fa nasceva l’iPod. Il termine podcast sarebbe stato coniato tre anni più tardi da Ben Hammersley proprio dalla fusione delle parole iPod e broadcast.
La storia del camionista scozzese che nel tempo libero si dedica al podcasting.
Le dieci lezioni di SHE Podcasts, la più grande conferenza per donne podcaster.
Ed ecco come le agenzie stanno aiutando i brand a sintonizzarsi sul mondo dell’audio.
The Daily Innovation
Di Mirko Lagonegro, ceo e cofondatore di Digital MDE
L’audio è sempre più centrale per il giornalismo e The Daily, il podcast quotidiano del New York Times, continua a dimostrare d’essere uno dei migliori esempi. L’ennesima conferma l’ho trovata in quanto hanno comunicato la settimana scorsa, ovvero l’avvio della fase test di “New York Times Audio”, l’app che offrirà in un unico luogo
a) tutti i contenuti audio da loro prodotti,
b) quelli recentemente acquisiti (The Serial, This American Life)
c) e quelli aggregati in Audm, il servizio che riunisce i “long-form” di grandi editori come BuzzFeed, New York Magazine e Rolling Stone, per citarne alcuni.
Stiamo parlando quindi di un’offerta “proprietaria” di contenuti audio capace di attirare ascoltatori da convertire poi in abbonati paganti, cosa che proprio The Daily - che registra più di quattro milioni di download al giorno - ha dimostrato essere possibile. Questo progetto probabilmente muove anche dalla presa di coscienza da parte di un numero crescente di editori di un errore: quello di aver ceduto il controllo della distribuzione dei loro contenuti a società terze, tema di cui avevo già scritto tempo fa.
Creando la propria piattaforma audio il NYT disporrà quindi dei preziosissimi dati di prima parte con cui, oltre a ridurre la dipendenza da intermediari, potrà tracciare ciò che gli utenti ascoltano e apprezzano per poter fornire loro consigli più precisi e offrire agli inserzionisti annunci pubblicitari più personalizzati.
L’iniziativa mira anche a creare un rapporto diretto più forte con gli ascoltatori. «La nostra strategia è quella di essere un'azienda in relazione diretta con le persone, perché crediamo che sia quello che attiva la disponibilità a pagare», ha detto Stephanie Preiss, Vice President Audio e TV.
Attenzione, ciò non significa che il NYT stia preparandosi a mettere i suoi podcast dietro un paywall o farli divenire “esclusivi”: si potrà continuare ad ascoltare The Daily su tutte le ben note piattaforme, perché, come Preiss ha aggiunto, «Negli anni il NYT ha trovato il modo di avere sia un vasto pubblico di lettori “free” sia un pubblico pagante, e crediamo che la stessa cosa sia possibile anche nell'audio» - a rimarcare il convincimento del fatto che The Daily sia ben più prezioso al di fuori di un paywall anziché al suo interno.
Al di là del valore in sé, già molto ragguardevole, questa mossa dimostra l’impegno della testata newyorkese nel mantenere la leadership non solo in termini di qualità dei suoi prodotti ma anche dal punto di vista dello sviluppo del business editoriale, continuando a innovare e sperimentare, anche a rischio di sbagliare. Perché, come dice Woody Allen, «se di tanto in tanto non hai degli insuccessi, è segno che non stai facendo nulla di davvero innovativo».
Le novità da ascoltare
Se hai tempo di ascoltare una sola cosa ti consiglio di puntare sul primo episodio di Les diaboliques, il nuovo podcast di Chiara Tagliaferri prodotto da Storitelibere.fm (la copertina, meravigliosa, è di Elisa Scesa Seitzinger). Con lo stesso acume e la stessa grazia che caratterizza le trasmissioni radiofoniche e i podcast di cui è autrice, Tagliaferri racconta la storia di Angela e Luciana Giussani. Le due sorelle, fumettiste ed editrici milanesi, creaono il personaggio di Diabolik ispirandosi a un fatto di cronaca avvenuto a Torino nel 1958.
Tra le altre novità ci sono Metallaria di Guido Brera e J-Ax, sull’inquinamento atmosferico, Fogli di Paolo Zelati, sulla storia del manifesto cinematografico italiano, Yoga Therapy della maestra Sayonara Motta, lezioni sulla pratica dello yoga, Powerpizza: THE GAM3 di Sio, Lorro e Nick, sfide a colpi di mini-recensioni, e la quarta stagione di Camposanto di Giulia Depentor, dedicato a chi ama i cimiteri.
💚 Nell’ultima puntata di Parliamo di podcast, il mio podcast per LifeGate sul mondo del podcasting, racconto i crescenti tentativi di rendere i podcast interattivi e consiglio il podcast Di cosa parliamo. Domani esce la quarta puntata.
P.S. Stai per lanciare un nuovo podcast o ne conosci qualcuno recente che mi vuoi segnalare? Puoi farlo qui 😊
Tra gli audiolibri usciti nei giorni scorsi segnalo La forza del passato di Sandro Veronesi (letto da Alberto Lori, su Audible), Shantaram di Gregory David Roberts (letto da Stefano Fresi, su Storytel), Forme di Rossella Migliaccio (letto da Migliaccio stessa, su Storytel e Audible) e Una donna può tutto di Ritanna Armeni (letto da Daniela Cavallini, su Audible).
A mercoledì prossimo. E se lo festeggi, buon Halloween!