Facebook trasformerà in oro (anche) il mondo dell'audio parlato?
Il gigante di Menlo Park ha lanciato le Live Audio Rooms e sta mettendo a punto una nuova funzione per il podcasting. Nel frattempo continuano gli investimenti di Spotify nel settore
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Le nuove mosse di Spotify e l’ingresso di Facebook nell’audio parlato
Fino a un paio di anni fa il mondo dell’audio parlato appariva una landa desolata, frequentata dai soliti noti (le radio), da qualche editore di audiolibri, dalle prime coraggiose società attive nel podcasting e da alcuni podcaster indipendenti per lo più di scarso successo. Oggi la situazione è completamente diversa. Lo spoken audio, soprattutto quello on demand, rischia persino di diventare di moda, tanto che il settore continua a registrare investimenti da milioni di dollari. I podcaster non si chiamano più podcaster, ma creator. Ed è partita la gara tra i giganti tecnologici per catalizzare l’attenzione di questi ultimi e, di conseguenza, dei loro ascoltatori. Clubhouse ha ulteriormente movimentato i giochi attraverso un nuovo format a metà tra la radio, i podcast e le classiche chat social. «Che genialata!», hanno pensato tutti coloro che si sono precipitati a copiarlo, sebbene dopo una prima fase wow - dovuta anche, probabilmente, al contesto pandemico - ora l’entusiasmo per Clubhouse, Twitter Spaces (che, per inciso, ha appena lanciato una funzione per la monetizzazione) & Co. è scemato. Ma nel frattempo l’ingranaggio si è innescato. Le ultime realtà ad avere lanciato un servizio di audio social sono state Spotify e Facebook.
Spotify Greenroom e l’acquisizione di Podz
Spotify Greenroom, che ha debuttato mercoledì 16 giugno a livello globale, è l’erede diretto di Locker Room. Betty Labs, startup di Los Angeles acquisita da Spotify lo scorso marzo, aveva creato Locker Room per consentire agli utenti di chiacchierare riguardo a tematiche sportive. Greenroom invece non è dedicata ad alcun argomento specifico. A differenza di altri servizi in stile Clubhouse l’app sembra puntare proprio su quei creator a cui accennavo sopra (i podcaster, insomma). Chi dà vita a stanza può infatti inserire il nome del proprio podcast, se ne ha uno, e registrare le conversazioni (le registrazioni vengono poi inviate via email e si possono caricare agilmente su Anchor). Per di più l’host può abilitare la funzione che consente ai partecipanti della stanza di chattare in forma testuale (altro inciso: pare che Clubhouse stia lavorando invece a una funzione di messaggistica privata). E prossimamente Spotify dovrebbe lanciare lo Spotify Creator Fund per aiutare i creator (di audio live, in questo caso) a monetizzare la propria attività.
Il giorno dopo il (ri)lancio di Greenroom Spotify peraltro ha fatto sapere di avere comprato Podz con lo scopo di migliorare la discoverability dei propri podcast. Grazie a una tecnologia di apprendimento automatico Podz, piccola società con sede a New York, genera clip di un minuto che permettono agli utenti di farsi un’idea dei podcast a loro disposizione. Podz è solo l’ultima di una lunga serie di acquisizioni che Spotify ha fatto a partire dal 2019 in ambito podcast.
Le Live Audio Rooms di Facebook e la nuova funzione per il podcasting
Per quanto riguarda Facebook, le sue Live Audio Rooms sono disponbili da lunedì 21 giugno esclusivamente negli Stati Uniti ed esclusivamente per iOS. Al momento soltanto figure pubbliche con il badge di verifica e alcuni gruppi selezionati hanno la possibilità di creare una stanza e invitare altre persone (i loro follower, altre figure pubbliche e gli ascoltatori stessi della stanza) a partecipare come speaker - l’invito può essere inviato anche prima dell’inizio della sessione. Il numero di ascoltatori è illimitato, mentre gli speaker possono essere al massimo cinquanta. Gli speaker possono selezionare un’organizzazione senza scopo di lucro o una realtà che si occupa di raccolta fondi a cui gli ascoltatori possono devolvere donazioni in tempo reale. E gli ascoltatori possono supportare anche gli speaker attraverso Stars, funzione (già esistente) per monetizzare le dirette streaming. Il nome di chi offre una o più stelle all’host viene visualizzato tra i primi, in modo che abbia più visibilità.
Ma non è finita qui. Facebook sta inoltre lavorando a una nuova funzione per il podcasting che include tra gli altri i podcast del rapper Joe Budden e dell’imprenditrice Nicaila Matthews Okome (altri podcast verranno aggiunti nelle prossime settimane). Mentre navigheranno su Facebook gli utenti potranno ascoltare i podcast sia dalle loro pagine Facebook sia dal News Feed attraverso un lettore che funzionerà anche in background quando il display è spento. Questa nuova funzione per i podcast è una cosa diversa rispetto al lettore di musica e podcast lanciato di recente in collaborazione con Spotify (noto anche come Project Boombox), che consente agli utenti di condividere contenuti da Spotify al social network. La nuova funzione invece riguarda i podcast che vengono trasmessi in streaming tramite feed RSS pubblici direttamente su Facebook. Con il lancio del nuovo servizio podcast Facebook sta chiedendo ai podcaster il permesso di salvare i loro contenuti nei server dell’azienda, così da assicurarsi che non violino gli standard della community.
Alla fine dell’estate sarà introdotta anche una funzione per creare e condividere brevi clip dei podcast e una per generare didascalie. Più avanti Facebook realizzerà esperienze social intorno ai podcast e alla fine del 2021 lancerà Soundbites, brevi clip audio sul modello dei Reel. Ma ci sono altri prodotti audio in fase di sviluppo, come una destinazione di ascolto centralizzata, dove verranno raccolti i vari format audio di Facebook, e la possibilità di ascoltare l’audio dei video in background.
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I continui investimenti di Spotify nel campo del podcasting sono senza dubbio promettenti ed eccitanti. Ma la vera rivoluzione per il settore potrebbe arrivare proprio da Facebook, un’azienda che finora non si è mai occupata di audio puro (e tantomeno di audio parlato). Il gigante di Menlo Park è riuscito a trasformare in oro tutto (o quasi) ciò su cui ha messo le mani. Varrà anche per il mondo dello spoken audio?
Le notizie della settimana
Sony Music Entertainment ha lanciato una nuova divisione podcast ampliata con l'acquisizione di Somethin'Else, il più grande produttore indipendente di podcast e audio del Regno Unito e il più grande produttore indipendente di programmi della BBC.
L’edizione 2021 del Digital News Report del Reuters Institute raccoglie anche diversi dati internazionali sui podcast. Il report dice che il 31% delle persone, ossia 302 milioni, ha avuto accesso a un podcast nell'ultimo mese (un numero simile al 2020). Inoltre mostra come le piattaforme usate per l’ascolto stanno cambiando, con Spotify che supera Apple in alcuni mercati.
Il consumo di podcast sta crescendo soprattutto grazie all’aumento degli ascoltatori light, ossia chi ascolta podcast da una a tre volte al mese. Nielsen ha rilevato che questi ultimi rappresentano quasi la metà degli ascoltatori.
Nella ricerca Ipsos “I consumi culturali degli italiani ai tempi di Covid-19: cosa cambia?”, giunta alla seconda edizione e commissionata da Intesa Sanpaolo, si parla anche di podcast e audiolibri. È il 44% degli intervistati ad ascoltare i podcast, dato che sale al 70% nella fascia d’età 18-34 anni. Anche con il rientro alla piena mobilità, si continuerà ad ascoltarli perché «brevi ma interessanti», perché accessibili in qualsiasi luogo (43%) e perché si possono ascoltare mentre si fa altro (47%). Inoltre, l’ascolto di podcast si pone come traino per ulteriore cultura e scambio: l’85% degli intervistati è portato ad approfondire i temi che ha ascoltato, il 75% tende a promuovere la condivisione con familiari, amici, colleghi, il 69% cerca e acquista libri che parlano dell’argomento ascoltato. La ricerca analizza anche le mosse degli editori nel mercato dell’audio: solo il 21% delle case editrici ha audiolibri nel proprio catalogo e solo il 15% si è attivato per includerli nell’anno corrente. Ancora più negativi sembrano essere i dati sui podcast. Un editore su due, tuttavia, si è dichiarato propenso ad adottare almeno uno dei due formati entro il 2022.
Acast è diventata pubblica. L’azienda svedese di podcasting ha lanciato un’offerta pubblica iniziale (IPO) sul Nasdaq North Premier Growth Market.
Il Tribeca Film Festival ha annunciato i vincitori dei suoi primi riconoscimenti per i podcast. Il vincitore della categoria non-fiction è Guardians of the River, di Catherine de Medici Jaffee in collaborazione con la National Geographic Society, Wild Bird Trust e House of Pod. Il vincitore della categoria fiction è invece Vermont Ave di James Kim e Brooke Iskra.
Venerdì scorso, il 18 giugno, è uscita la penultima puntata della prima stagione di Tilde ~, il podcast di Riccardo Palombo e Antonio Dini. L’episodio in questione ha una particolarità: è condotto da un’istanza debitamente istruita di GPT-3, la rete neurale di openAI. (Come forse ricorderai qualche tempo fa anche Il Sole 24 Ore ha creato un podcast con l’intelligenza artificiale, Le Borse oggi).
C’è vita nel Grande Nulla Agricolo? diventa uno spettacolo teatrale. Lo show sarà ospitato all’interno del festival “Nell’Arena delle Balle di Paglia” (Cotignola, Ravenna), organizzato da Associazione Primola, e debutterà il 29 luglio. La prima stagione del podcast, scritto da Nicolò Valandro (aka Johnny Faina) e Gianluca Dario Rota e condotto da Valandro, ha superato i 15 mila ascoltatori.
GoodMood a settembre lancerà il primo radio packaging: attraverso un codice QR sulla confezione del prodotto (si partirà dal caffè) sarà possibile ascoltare delle storie relative al prodotto stesso. Il progetto è in collaborazione con Altromercato e con la Scuola Holden, i cui studenti hanno scritto le storie.
Il giocattolo si è rotto. Proviamo un altro gioco?
L’editoriale di Mirko Lagonegro, ceo e cofondatore di Digital MDE
Grandi cambiamenti s’annunciano sotto il cielo della comunicazione, e potrebbero essere una buona cosa per i giovani corsari dell’audio...
Riassunto delle puntate precedenti: per decenni gli inserzionisti pubblicitari che operano nel contesto digital hanno largamente fatto affidamento sui cosiddetti cookie per tracciare gli utenti al fine di fornire loro annunci pubblicitari precisamente mirati e perfettamente misurabili. Dal 2022 ciò sarà, se non impossibile, molto più complesso, poiché Google Chrome, il browser più usato nel mondo, non permetterà più l’uso di quelli detti “di terze parti”, cioè di quelli di cui non dispone direttamente l’inserzionista stesso (mi scuso per la brutale, imprecisa e lacunosa sintesi, ma non è questo l’oggetto del mio ragionamento, ché vorrei piuttosto provare a traguardare alle possibili conseguenze di tutto ‘sto popò di rivoluzione).
Da un convegno organizzato la settimana scorsa da IAB Italia, il regolatore del digital advertising, è emerso che sebbene esistano soluzioni alternative non sono ancora consolidate, e che quindi in questa fase di transizione è necessario testarne quante più possibile per trovare una chiave di lettura completa e scalabile. A farla breve: un mercato cresciuto a latte e biscotti e abituato a targettizzare l’audience seguendone le tracce lasciate online, dovrà a brevissimo ripensare totalmente i propri modelli e implementare nuove soluzioni tecnologiche. E qui ti volevo: sicurə che sia l’unica cosa da fare? Non è che cercando di riparare il giocattolo, cioè di mantenere il consueto approccio tech-based, ci precluderemo la possibilità di provare altre strade?
Attenzione, non immagino certo uno scenario in cui l’importanza della tecnologia quale fattore abilitante per il digital advertising sia messa in discussione, ché è un mercato nel quale la mia azienda opera a più livelli e crede talmente da aver deciso di associarsi a IAB dal 2017. Dico piuttosto che tante azioni di comunicazione si sono affidate alla tecnologia anche (vabbè: soprattutto) per mera convenienza economica, per minimizzare i rischi e per restare in una paciosa comfort zone cara sia a clienti sia ad advertiser.
«La campagna ha ottenuto eclatanti KPI con un ROI da urlo». Benissimo, lo ripeto. Ma approfittare di questo cambiamento epocale e provare anche a sperimentare diverse forme di comunicazione, fa così brutto? Provare nuove modalità per contattare l’audience che vadano oltre all’interruption marketing e si concentrino piuttosto sull’avviare un rapporto con il consumatore? Io credo che sia giunto il momento di, quantomeno, iniziare a ragionarci su. Ché advertising e content non sono antitetici: sono complementari.
I consigli di lettura
I consigli di Joe Rogan, uno dei podcaster più famosi del mondo, per fare funzionare un podcast.
Catherine Saint Louis ha lasciato il New York Times dopo 18 anni per lavorare nel podcasting. Qui racconta come ha imparato a scrivere per l’audio.
La storia dietro alla strategia di Spotify nel mondo dei podcast.
Come scrivevo, da un paio di anni Spotify continua ad acquisire società attive nel podcasting. Le media company di questo tipo non stanno diventando altro che incubatori per aziende più grandi come Spotify?
La guida: come funzionano le Subscritpions e i canali di Apple Podcasts (solo per iPhone).
Le novità da ascoltare
Podcast
C’est la mou, della cantautrice Erica Mou, racconta nove storie di donne diverse accomunate dalla passione per il viaggio - inteso come percorso interiore. Donne partite alla scoperta di un nuovo regno che, lungo il cammino, hanno imparato a usare la propria voce e a sentirla più forte. Il podcast, prodotto da Emons Record con le musiche di Mou stessa, comprende nove puntate da venti minuti, sulle app free. Al momento ne sono uscite due, dedicate rispettivamente a Isabella, una donna vissuta nel secondo dopoguerra, e a Flavia, sopravvissuta al terremoto che nel 2009 sconvolse l’Abruzzo.
Anche Vive!, prodotto da storielibere.fm in collaborazione con Il Corriere della Sera e il Piccolo Teatro di Milano, si concentra sulle storie di donne. In questo caso si tratta delle protagoniste della letteratura occidentale, a cui per secoli è stato riservato un finale tragico - come se la morte fosse l’unica forma di sublimazione possibile per il genere femminile. Alessandra Sarchi immagina cosa sarebbe successo se la loro esistenza avesse preso una direzione diversa rispetto a quella prevista dallo scrittore che, con la propria immaginazione, aveva dato loro vita. Si parte con Madame Bovary, per passare poi a Francesca da Rimini, Didone, Ofelia e concludere con Anna Karenina, per un totale di cinque puntate. Sulle app free si trova la prima.
*P.s. Nei giorni scorsi sono uscite altre due produzioni di storielibere.fm, Innovazione Quotidiana (con Consumatori.it) e A morte il tiranno (disponibile a pagamento su Apple Podcasts).Prêt-à-porter di Azzurra Saveria Bonardi descrive invece ciò che si nasconde dietro le passerelle, gli shooting fotografici e gli apparati visivi dei grandi fashion brand, soffermandosi sulle figure professionali che li popolano. La fashion PR svela trame, macchinazioni e manipolazioni di questo fragile microcosmo di cristallo di cui lei stessa fa parte. Il podcast, prodotto da Storie Avvolgibili, include cinque puntate da dieci minuti circa, tutte già disponibili sulle app d’ascolto gratuite.
Audiolibri
In Dante Alessandro Barbero segue lo scrittore fiorentino nella sua adolescenza di figlio d’un usuraio che sogna di appartenere al mondo dei nobili e dei letterati; nei corridoi oscuri della politica, dove gli ideali si infrangono davanti alla realtà meschina degli odi di partito e della corruzione dilagante; nei vagabondaggi dell’esiliato che scopre l’incredibile varietà dell’Italia del Trecento, fra metropoli commerciali e corti cavalleresche. Il libro affronta anche le lacune e i silenzi che rendono incerta la ricostruzione di interi periodi della vita di Dante, presentando gli argomenti pro e contro le diverse ipotesi. La versione audio del libro, edita da Emons ed Editori Laterza, è letta da Alessandro Benvenuti e si trova sia su Storytel sia su Audible. [Durata: 9 ore e 29 minuti]
Oltre Babilonia di Igiaba Scego racconta la vicenda di due giovani donne. Zuhra vive a Roma, fa la commessa in una mega libreria e parla romanesco. Ma la lingua a tratti s’inceppa, perché la sua radice è somala e la sua pelle è nera. Anche Mar è romana e nera, di madre argentina e padre somalo. Non si conoscono, ma entrambe partono per Tunisi a imparare l’arabo, lingua delle origini. Si avvia così una storia vorticosa in cui si mescolano linguaggi, epoche, suggestioni di tre Paesi, Italia, Somalia e Argentina. L’audiolibro, con la voce di Esther Elisha, è edito da Storyside e si trova su Storytel. [Durata: 18 ore e 14 minuti]
Con Il mondo secondo la fisica il fisico e divulgatore Jim Al-Khalili espone l'intera concezione del mondo secondo la fisica attuale. Per farlo, parte dalle basi, dalle fondamenta stesse della trama di cui è fatta la realtà, chiarendo nel dettaglio, per iniziare, i concetti di spazio, tempo, energia e materia. L'autore espone quindi i tre pilastri su cui poggia la fisica moderna: la relatività, la meccanica quantistica e la termodinamica. Tutto l'audiolibro, edito da Salani e distribuito da Audible, è un'ode alla fisica, forse la più radicale delle avventure intellettuali umane, quella che sopra ogni altra ha l'ambizione di indagare i principi ultimi dell'universo. Il narratore è Stefano Sfondrini. [Durata: cinque ore e 47 minuti]
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A mercoledì prossimo!