La scommessa di Spotify sugli audiolibri
La società svedese ha appena comprato Findaway, leader nella distribuzione degli audiolibri. L'obiettivo è sia trovare fonti di guadagno alternative alla musica sia diventare la YouTube dell'audio
Nonostante il numero dei suoi utenti e dei suoi abbonati cresca costantemente, Spotify per lungo tempo ha continuato a perdere soldi. Com’è possibile? La colpa è soprattutto degli accordi con le case discografiche.
Ecco cosa scriveva Tom Webster, Senior Vice President of Edison Research, quasi tre anni fa:
I migliori clienti di Spotify non sono per forza quelli che usano di più la paiattaforma. Ogni volta che un utente ascolta una canzone, Spotify deve pagare il cantante, il compositore e gli altri detentori dei vari diritti. Più un utente Premium rimane sulla piattaforma più soldi vengono versati per i diritti e più l’utente stesso ci guadagna dall’abbonamento alla piattaforma. Se sei Spotify speri che l’utente ascolti meno… Ti conviene invece introdurre contenuti che possiedi, come i podcast. Se gli utenti Spotify anziché ascoltare solo musica ascoltano per il 90% musica e per il 10% podcast la cifra che Spotify deve pagare alle varie entità per conto dell’ascoltatore diminuisce del 10%.
Gli investimenti di Spotify nel settore dei podcast si spiegano in parte così. E lo stesso vale per l’acquisizione di Findaway, leader globale nella distribuzione di audiolibri digitali. (I dettagli dell’accordo, che sarà concluso entro la fine dell’anno, non sono stati svelati).
Spotify si stava già muovendo nel mercato degli audiolibri (il cui valore dovrebbe passare dai 3,3 miliardi di dollari del 2020 a 15 miliardi nel 2027). Nel maggio 2020, per esempio, aveva pubblicato l’audiolibro del primo volume della saga di Harry Potter. Nel gennaio 2021 aveva lanciato gli audiolibri di nove classici. E a maggio ha annunciato che entro la fine dell’anno i titoli di Storytel saranno disponibili all’interno di Spotify attraverso la Spotify Open Access Platform.
[A proposito di Storytel: pochi giorni fa l’azienda, che è la più grande piattaforma di audiolibri in Europa, ha fatto sapere che sta comprando Audiobooks.com, uno dei principali servizi di audiolibri negli Usa. Questa mossa segna l’ingresso di Storytel nel mercato statunitense]
L’acquisizione di Findaway rende la strategia di Spotify nel settore degli audiolibri molto più strutturata, come ha detto il capo stesso degli audiolibri di Spotify, Nir Zicherman:
Con questa acquisizione saremo in grado di accelerare l’aggiunta di un catalogo di audiolibri nella piattaforma, in modo che gli utenti possano davvero ottenere tutti i contenuti audio che vogliono in una sola piattaforma.
L’obiettivo ultimo di Spotify è appunto quello di diventare la YouTube dell’audio, a scapito di Apple Podcasts e degli altri concorrenti.
E di Findaway che ne sarà? La società, fondata nel 2004, offre vari servizi. Principalmente rappresenta un posto dove autori ed editori possono mettere i loro audiolibri, che poi Findaway stessa distribuisce ai rivenditori partner (Storytel, Audible, Audiobooks.com, Apple, Google eccetera).
Al momento non è previsto alcun cambiamento. Findaway continuerà a fare quello che ha fatto finora e a lavorare anche con i competitor di Spotify, così come è accaduto per Anchor con i podcast quando è stata comprata dall’azienda svedese (attraverso Anchor i creator possono distribuire i podcast su Apple Podcasts, Google Podcasts eccetera).
I vantaggi economici dell’accordo per Spotify sono comunque evidenti. Poiché Findaway partecipa alle royalties degli autori, ogni volta che qualcuno comprerà un libro distribuito da Findaway sulla piattaforma Spotify ci guadagnerà. E prenderà una parte delle entrate anche in quanto rivenditore. È poi possibile che Spotify lancerà vari livelli di abbonamento, come fa Audible negli States, in base al consumo di audiolibri.
Dovrà però anche pagare le royalties connesse agli audiolibri, come per i contenuti musicali. In questo caso però le varie opzioni di guadagno possibili sembrano rendere la questione più sostenibile.
L’aggiunta del catalogo degli audiolibri inoltre potrebbe giustificare un eventuale aumento del prezzo dell’abbonamento da parte dell’azienda.
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Le notizie della settimana
È uscito lo Spoken Word Audio Report 2021, lo studio annuale di NPR ed Edison Research che fotografa lo stato del mercato dell’audio parlato negli Usa. Rispetto al 2020 l’ascolto è aumentato dell’8%, mentre in confronto a sette anni fa (quando è stata lanciata la ricerca) l’aumento è del 40%. La crescita riguarda soprattutto i giovani, le donne, gli afroamericani e i latinoamericani. Come fa notare Tom Webster, questo aumento va a discapito della musica. Ad essere cresciuto è soprattutto l’ascolto di podcast, che segna un +16% rispetto al 2020 e un +176% rispetto al 2014.
Proseguono le pressioni affinché Spotify abbandoni i progetti riguardanti una controversa tecnologia per il riconoscimento vocale. Le proteste sono motivate dai rischi relativi alla manipolazione delle emozioni, alla discriminazione, alle violazioni della privacy e alla sicurezza dei dati.
Sempre sul fronte di Spotify, per ascoltare gli show live di Greenroom non è più necessario loggarsi né avere scaricato l’app.
Beams, social media basato sull’audio con sede a Berlino che mira ad avvicinare le persone, ha raccolto un totale di 5 milioni di euro.
Exile Content Studio, azienda specializzata nella produzione di film e serie tv in spagnolo per Hollywood, ha comprato Dixo, la prima società di produzione e rete di podcast in spagnolo al mondo.
Audioboom, network di podcast indipendenti, ha lanciato Showcase, un marketplace pubblicitario internazionale.
All’interno di Tumult, app francese di podcast interattivi, gli utenti possono offrire ai loro podcaster preferiti delle “uova d’oro” per sostenerli economicamente. Ogni uovo vale un euro.
The Daily del New York Times sembra essere il podcast di notizie in inglese più ascoltato in Europa.
AdsWizz, piattaforma tecnologica per soluzioni pubblicitarie audio digitali, ha stretto un accordo con CairoRcs Media, concessionaria pubblicitaria di RCS MediaGroup. Gli inserzionisti possono ora utilizzare l’inventario podcast di CairoRcs Media attraverso AudioMax, la piattaforma SSP di AdsWizz.
Secondo una ricerca dell’Osservatorio AIE sull’acquisto e la lettura di libri Milano ha più lettori della media italiana, 64% contro 56%, e soprattutto più lettori in digitale (e-book e audiolibri): 39% contro 26%.
Dal 23 al 28 novembre al Teatro Valle di Roma andrà in scena Invisibile, la rassegna di podcast curata da Federica Manzitti. Nel complesso si potranno ascoltare dieci opere, in italiano e in altre lingue (in quest’ultimo caso saranno sottotitolate). Federica ha selezionato delle opere pazzesche e se siete a Roma vi consiglio davvero di non perdere questa occasione (l’ingresso è gratuito, con green pass, fino a esaurimento posti).
Invece a Milano, al Laboratorio Formentini per l’editoria, giovedì 18 novembre (cioè domani) dalle 17.30 modererò l’evento di presentazione di Brera racconta, il bellissimo podcast della Pinacoteca di Brera prodotto da Frame-Festival della Comunicazione. L’evento è gratuito ma per partecipare serve il green pass e bisogna prenotare.
Scopri di più
Di Mirko Lagonegro, ceo e cofondatore di Digital MDE
Non sono solito scrivere delle cose che facciamo nella mia azienda, ma questa volta faccio un’eccezione perché penso che questo nostro nuovo progetto possa essere una prova concreta di quanto io e Davide Panza, il mio socio che lo ha seguito direttamente, sosteniamo dalla nostra “discesa in audio” nel 2016: oltre al podcast c’è un mondo.
Un po’ di contesto, prima: guarda questa immagine estratta dalla ricerca sul mercato dell’advertising italiano condotta dall’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano.
La crescita ininterrotta del comparto Digital ha anche questa semplice spiegazione semplice: è l’unico ambiente di comunicazione in cui è possibile far seguire a un messaggio un’azione (clicca qui, scarica là, eccetera) e, non meno importante, tracciarla, sapere quanti l’hanno effettivamente fatta. Dalla sentita (eufemismo) esigenza di tutti i media “offline” di colmare questo gap è partita l’idea.
Pochi mesi fa, durante un pranzo di lavoro, un professionista dell’adv raccontava a Davide delle difficoltà di, per l’appunto, poter creare un meccanismo di conversione da applicare ai media “tradizionali”. La risposta di Davide, naturale per chi come noi opera con l’audio, fu fulminante: «Scusa, ma perché non usate gli assistenti vocali per chiudere il cerchio tra un messaggio pubblicitario e l’interazione con gli utenti?».
Comprendere come questo approccio audio-based non sia ancora nel radar dell’industry della comunicazione pubblicitaria ci ha portato a sviluppare questa soluzione, scoprendo sia che è un’assoluta novità (non solo per il nostro Paese) sia quanto ampi siano gli spazi per sviluppare nuovi modelli di business grazie all'utilizzo della voce - che poi è il punto che mi preme evidenziare. A rafforzare questo concetto è un interessante articolo che, riprendendo concetti IAB, esprime perfettamente alcuni aspetti di questo potenziale. Qui due tra quelli più interessanti:
«Il potere della voce risiede (anche) nella capacità di rimuovere le frizioni: i consumatori non devono alzare un dito per aggiungere un prodotto al loro carrello virtuale, semplicemente chiamano il loro assistente preferito e il gioco è fatto».
«Viviamo in un'epoca in cui gran parte di ciò che vogliamo realizzare viene fatto su uno schermo, e l'enorme quantità di schede e app aperte rende il multitasking particolarmente difficile. La capacità di agire in base a un "invito all'azione" senza aprire un’altra scheda o dover prendere in mano il telefono può essere straordinariamente potente, e l’interazione vocale può fornire questa capacità».
Considerando poi che circa l'80% degli smartphone venduti in Italia sono Android, dispositivi su cui è nativamente installato Google Assistant, appare evidente come la distanza tra la call-to-action di uno spot di un brand e l'azione di un utente può essere facilmente colmata da un semplice comando vocale, senza frizioni, senza schermo, senza digitazione (e senza AdWords...).
Davvero: il podcast - preziosissimo, ovviamente - è solo un pezzo di una cosa ben più ampia che si chiama digital audio: clicca qui e... Scopri di più. 😉
I consigli di lettura
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Le novità da ascoltare
I podcast della settimana che mi sono piaciuti di più sono tre branded podcast: Tazzine (di Chora Media per Lavazza), dove un’adorabile tazzina interpretata da Francesca Pellas racconta la nascita del caffé espresso; Zhero (di Sirene Records per Snam), serie climate fiction ambientata a Venezia dove tre ragazzini sono catapultati in una corsa contro il tempo alla ricerca di una macchina capace di produrre energia pulita attraverso l'acqua (il podcast, narrato da Cristiana Capotondi e ispirato all’omonimo libro dell’ad di Snam Marco Alverà, uscirà anche in inglese); e Parole Nuove (di Latte Creative per OIM), cinque interviste condotte dalla sociolinguista Vera Gheno in cui si parla soprattutto di linguaggio e discriminazioni.
Tra gli altri podcast usciti in questi giorni segnalo Romanzo Quirinale di Marco Damilano, Quid 3 di Paolo Armelli e Daniele Biaggi, Parole preziose 3 di Rick DuFer e Roberto Mercadini, Ramen. Il podcast sul Giappone di Giorgia Sallusti, Mister Condò - Speciale Atp Finals di Paolo Condò, Expo, storie di bellezza e genialità di Paolo Colombo, Gomorra - Stagione Finale di Vic e Antonio Visca.
💚 Nell’ultima puntata di Parliamo di podcast, il mio podcast per LifeGate sul mondo del podcasting, parlo di alcuni progetti audio, podcast e radio, che hanno permesso e permettono ai detenuti di fare sentire la propria voce e consiglio il podcast Sulla razza. Domani esce la settima puntata.
P.S. Stai per lanciare un nuovo podcast o ne conosci qualcuno recente che mi vuoi segnalare? Puoi farlo qui ↩️
Per quanto riguarda le novità tra gli audiolibri, consiglio quelli L'odore dell'India, Il fascismo degli antifascisti e Il sogno di una cosa di Pier Paolo Pasolini (legge Lino Guanciale e si trovano su Audible), Tutto il sole che c’è di Antonella Boralevi (la narratrice è Eleni Molos e l’audiolibro è su Audible), L’amore ai tempi di Batman di Massimiliano Parente (su Storytel, il narratore è Gaetano Lizzio), Il rosso e il blu. Una comune favola di migrazione di Luca Giommoni (legge Roberto Fedele, su Storytel) e Il mostro di Firenze - Ultimo atto di Gianluca Monastra e Alessandro Cecioni (il narratore è Matteo Alì e l’audiolibro è su Storytel).
A mercoledì prossimo!
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