Quando le storie personali incontrano l'audio
Carola Haupt e Ilaria Gadenz di Radio Papesse e Sara Poma di Chora presentano tre lavori intimi e potenti che incarnano la forza della memoria e mostrano il potenziale dell'ascolto collettivo
I più bei lavori di audio parlato sono quelli che raccontano storie personali. Come i tre di cui parlano qui sotto Carola Haupt e Ilaria Gadenz di Radio Papesse, curatrici di Lucia Festival, e Sara Poma di Chora Media.
Lo avevo anticipato: quella di oggi è un’edizione speciale, da leggere e da ascoltare, che ho voluto affidare a queste strepitose professioniste.
Carola e Ilaria presentano due dei 15 progetti che si potranno ascoltare il prossimo weekend a Lucia Festival, kermesse internazionale dedicata all’ascolto corale di podcast e opere radiofoniche.
Invece Sara (che peraltro fa parte della giuria del Premio Lucia, di cui ieri sono stati annunciati i finalisti) si concentra su una serie audio che rappresenta alla perfezione quello che dovrebbe essere un branded podcast. Per lanciarla è stato organizzato un bellissimo evento nella sede dell’azienda a cui ho avuto il piacere di partecipare.
Buona lettura e buon ascolto!
Condividere ferite e passioni folli
A cura di Radio Papesse
Ci domandiamo spesso in che modo il podcast stia cambiando il nostro modo di ascoltare la radio, cosa e chi chiediamo di ascoltare. L’ecosistema podcast è abitato da voci che raramente raggiungono la radio, da storie che sfidano le grandi narrazioni radiofoniche, nazionalpopolari o meno. È un universo dove il personale è un campo di battaglia, dove ci si racconta, ci si espone, vulnerabilità comprese, dove si parla di ciò che ci sta a cuore, della propria famiglia disfunzionale, di dipendenze, salute mentale, di cimiteri, sesso, formiche…
È in questo bazar di storie, nella bottega di quartiere della narrazione audio che ci piace cercare i nostri ascolti ed è questa intimità, questo condividere ferite e passioni folli che cerchiamo. Raro trovarlo in radio.
All'attenta audience di Questioni d'orecchio proponiamo le anteprime di due lavori nati per la radio, che presenteremo a Lucia Festival domenica 12 dicembre. Due racconti che aggirando i limiti dei formati e dei generi radiofonici, parlano in prima persona ed espongono storie personali, segreti di famiglia, cicatrici e grovigli emotivi e morali.
Ricordiamo che Lucia Festival si tiene a Firenze dal 10 al 12 dicembre. In programma, insieme ai sopracitati lavori, altre 13 narrazioni audio provenienti da tutto il mondo, talk, incontri con autori e audio maker (maggiori informazioni e programma completo su www.luciafestival.org).
Diario di una fenice irrequieta di Francesca Berardi
Vincitore del Premio Lucia 2020
Un’appendice in formato audio del diario Inchiostro, storia di un’adolescente oltre l’anoressia che Caterina Minni ha scritto a 14 anni. È un tentativo di parlare di anoressia attraverso alcune parole che Caterina ha scritto e che Francesca Berardi ha sottolineato, perché quel diario sarebbe potuto essere anche il suo. Una conversazione trasparente, onesta tra due donne di generazioni diverse che condividono però la stessa consapevolezza: che più che essere andate “oltre” l’anoressia, sono sopravvissute alle sue manifestazioni più dure.
Un estremo atto d’amore di Viso Collettivo
Vincitore del Premio Lucia 2020
Un flusso di parole inarrestabili, una vita strabordante: Claudio Foschini è molto più che un rapinatore, un borgataro sfacciato o un ragazzo di vita. È tutto questo e oltre e la sua vita è un dramma da cui emergono conflitti morali, desideri di autodeterminazione, volontà e destino. Claudio Foschini è un personaggio da tragedia greca e lo hanno capito bene Luca Morino, Federico Pianciola e Riccardo Salvini, che ne ripercorrono il diario - In nome del popolo italiano. Storia di una malavita - unendo radiodramma, opera contemporanea e tragedia greca.
Il lavoro, tra il radiodramma e il racconto radiofonico, si sviluppa intorno ai suggestivi punti di contatto tra il personaggio di Foschini, l'epica classica e la tragedia greca. Al linguaggio franco, lucido e sagace di Claudio, viene contrapposto il tono aulico ma sintetico di un “coro”, ritratto di tutti noi, spettatori di una storia fuori dal tempo, della lotta tra legge morale, desiderio e sopravvivenza. Il flusso di parole di Foschini è inarrestabile come la sua storia.
Radio Papesse è un archivio online dedicato alla documentazione e all’approfondimento sulle arti visive; è un luogo per la diffusione e la promozione delle arti sonore.
Produce e distribuisce interviste, audioguide e percorsi sonori per musei e istituzioni culturali. Commissiona lavori sonori e radiofonici, collaborando e supportando artisti italiani e stranieri nella creazione di opere inedite.
Dal 2019, ogni dicembre a Firenze, organizza e cura LUCIA, un festival internazionale dedicato all’ascolto collettivo di opere radiofoniche e podcast.
Radio Papesse è curata da Ilaria Gadenz e Carola Haupt.
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I diari mi perseguitano
A cura di Sara Poma
Negli ultimi due anni ho realizzato due serie podcast da autrice, Carla e Prima. Entrambe sono costruite sul senso della memoria e oggi posso dire di essere felice che questo tema - quello del guardare al passato per provare a capire il presente, attraverso la lente delle storie personali - sia qualcosa che sento molto mio. E che forse chi ha ascoltato i miei podcast ha riconosciuto anche come suo. Perché la memoria fa questo in fondo, parte dal privato per trasformarsi in pubblico, diventando così di tutti.
Suppongo sia per questo che Ilaria e Carola di Radio Papesse mi hanno invitato a far parte della giuria del Premio Lucia, che celebra la forma più alta di memoria, il diario, e ne immagina la trasposizione in formato audio. In qualche modo, credo, i diari mi perseguitano, ma in senso buono, s’intende.
Parte da un diario infatti anche un podcast a cui ho lavorato recentemente come curatrice. Si chiama Vite nel bosco e potrebbe essere semplicemente la storia di un’azienda, la Ca’ del Bosco, ma è molto di più. Perché anche qui il racconto è tutto costruito sulla memoria: quella personale contenuta nel diario del suo fondatore, Maurizio Zanella, nei suoi ricordi di giovane ribelle nella Milano dei cortei e delle bombe; e nel ricordo collettivo delle persone che insieme a lui hanno costruito qualcosa che prima non esisteva: una cantina in mezzo alla campagna della Franciacorta.
Proprio lì sono tornata una settimana fa, insieme a una trentina di giornalisti ai quali, insieme a Ca’ del Bosco, volevamo raccontare questa serie. Per farlo, è stata costruita un’esperienza di ascolto collettivo; un percorso in cuffia fra le vigne e le impressionanti cantine; fra l’odore delle botti e le sagome scintillanti delle bottiglie lasciate a risposare.
È stato bellissimo osservare tutte quelle persone che passeggiando ascoltavano la storia che avevamo raccontato, guardandosi intorno e persino assorbendo gli odori magnetici della cantina. È stato un po’ come vedere quel racconto basato sulla memoria entrare nella fisicità del presente. Mi sono sentita fiera e ho realizzato che l’esperienza solitaria di ascolto quando riesce a cambiare dimensione e coinvolgere più sensi può essere persino più potente.




Sara Poma (Pavia, 1976) lavora da sempre nel mondo dei contenuti digitali, prima per MTV Italia e Twitter, adesso per Chora, dove guida l’area dedicata ai brand. Nel 2020 ha realizzato il suo primo podcast autoprodotto, Carla, una ragazza del Novecento, una serie in otto puntate sulla vita di sua nonna, basata su un diario di famiglia. Nel 2021 è uscito Prima, il primo Spotify Original di Chora. Quando non li realizza lei stessa, consiglia i suoi podcast preferiti sul profilo che ha creato su Instagram, @thepodbuster.
Vive a Milano con sua moglie, un cane e un gatto.
A mercoledì prossimo!
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