La moda oltre lo sguardo
Grazie ai podcast i brand possono creare nuovi punti di contatto con le persone. La narrazione delle storie di artigiani, di designer e delle aziende stesse diffonde cultura e trasmette emozioni
Nelle ultime settimane sto ricevendo diverse proposte di persone che vorebbero scrivere su Questioni d’orecchio. E mi fa molto piacere. Come vi raccontavo, il mio sogno è che questo spazio - che, vi ricordo, ora ha anche un sito - ospiti sempre più voci, sguardi diversi e competenti. Oggi tocca a Gabriella Bellomo, che dopo oltre 15 anni come consulente fashion designer ora lavora come podcaster e autrice. Il pezzo che trovate qui sotto è frutto della sua frequentazione di questi due mondi. (A proposito di moda e suoni, vi consiglio il pezzo di Giorgia Feroldi pubblicato sulla bellissima newsletter di Federica Salto).
P.s. I riferimenti per proporre idee di articoli li trovate sempre in fondo alla newsletter.
Podcast e moda: cosa raccontano i grandi brand
di Gabriella Bellomo, podcaster e autrice
PERCHÉ RACCONTARE IL LUSSO E L’ARTIGIANALITÀ
Il settore del lusso e dell’abbigliamento rappresenta in media 48,7% del fatturato annuo dell’industria manifatturiera italiana. Anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, l’industria della moda è tornata rapidamente a livelli vicini a quelli del 2019. Il 2021 ha segnato un +20,9% rispetto al 2020, per un totale di 83,1 miliardi di euro (fonte Pambianco 22/2/2022).
Eppure, nonostante l’altissimo interesse verso il settore e un aumento costante dei contenuti in italiano, in molti casi per parlare di podcast e moda dobbiamo ancora riferirci a contenuti in lingua inglese. Alcuni brand hanno scelto la strada dei branded podcast narrativi, altri stanno portando avanti progetti più continuativi (smart talk o con format intervista), altri podcast invece fanno da amplificatore a mestieri, professionisti e passioni.
Ascoltare questi podcast è come compiere un viaggio che ci accompagna dietro le quinte di quello che siamo abituati solo a vedere. La moda vive da sempre di estetica e dell’impatto visivo, ma racchiude un patrimonio artistico e culturale immenso che è difficile comunicare solo allo sguardo.
Grazie ai podcast, i brand hanno l’opportunità di creare nuovi punti di contatto diretto con le persone e la narrazione delle storie di artigiani, di designer e delle aziende stesse diffonde cultura e trasmette emozioni.
BRANDED PODCAST DEL SETTORE MODA
Tra i vari nomi della moda che hanno scelto di comunicare anche tramite podcast, questi sono quelli di cui suggerisco l’ascolto, per iniziare:
Gucci Podcast
i podcast di Vogue Italia
Dior Talks
Gucci Podcast è principalmente un progetto in lingua inglese. Tuttavia troviamo nella serie alcuni episodi in italiano. Il format è quello delle interviste: si alternano speaker, professionisti e celebrities legati al brand fiorentino, voci e musiche, in un melting pot che riflette davvero molto il fashion system e l’impronta di Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci.
Se Gucci Podcast ci fa entrare in un tourbillon di progetti, i podcast di Vogue Italia ci accolgono rassicuranti. L’obiettivo è quello di diffondere cultura e raccontare storie. Fashion Tales parla principalmente dell’origine di accessori e capi di abbigliamento, ma è con Masters of Fashion che facciamo davvero un viaggio nel tempo, per conoscere la storia dei più grandi stilisti italiani e stranieri. Mentre con Of Love and Style ci spostiamo verso il legame indissolubile tra i designer e le loro muse, in ogni epoca. Un podcast ben scritto, con ritmo e un sound decisamente accattivante.
Immergersi nel mondo dei fashion podcast partendo da Dior Talks, giunto alla sesta serie, porta invece a scoprire le origini della maison e l’universo femminile che, nei decenni così come oggi grazie alla direzione creativa di Maria Grazia Chiuri, ispira le collezioni di Dior.
FASHION PODCAST, TRA CULTURA E SENSIBILIZZAZIONE
Anche se non tutti i podcast hanno alle spalle grandi brand, altri, tra quelli che hanno colpito di più la mia attenzione, hanno senz’altro un grande protagonista, come nel caso di Cabina Armadio (Storytel, Nick Cerioni) e di Fashion Confidential (Dr Podcast, Mariella Milani). Oppure ancora affrontano un grande tema, come in Wardrobe Crisis with Clare Press.
Cabina Armadio è un podcast originale per Storytel, uno smart talk che, in ogni episodio, vede Albi Scotti chiacchierare con Nick Cerioni, celebre direttore creativo e stylist di artisti. Si parla di capi iconici che tutti noi abbiamo nell’armadio, dai jeans agli occhiali da sole, tra aneddoti e spiegazioni interessanti.
Il tono è volutamente informale, senza accademismi o intenzioni didattiche, e forse proprio per questo Cabina Armadio lascia il segno e si fa ascoltare con piacere anche da chi non è del mestiere.
Il podcast Fashion Confidential sta pubblicando in queste settimane gli episodi della seconda serie, Pronto, Mariella?. Mariella Milani, giornalista, autrice e giornalista di moda, a un capo del telefono e, dall’altro, ospiti come Pierpaolo Piccioli e Giuliano Calza, per parlare di tendenze ma anche di temi sempre più intrecciati tra moda, comunicazione e società.
Podcast in lingua inglese, Wardrobe Crisis with Clare Press spazia invece tra tutti gli argomenti legati alla sostenibilità e a come le nostre scelte nell’ambito della moda possano fare la differenza, in un format piuttosto fluido tra ospiti, puntate speciali e approfondimenti verticali.
BESPOKE E IL LUSSO MASCHILE
Per quanto riguarda la moda, il cosiddetto “lusso maschile” è rappresentato dalla nicchia del bespoke, settore in tendenza, nonostante le sue radici classiche e di lunga tradizione, italiana e inglese.
I podcast in questo ambito sono ancora poco sviluppati per l’audience italiana, ma per chi è appassionato di abbigliamento su misura sartoriale consiglio di cominciare dall’ascolto di Sartorial Talks: The Podcast e Unbuttoned. Due podcast con qualcosa in comune: l’importanza degli host, ovvero degli speaker, che sono realmente figure autorevoli del settore.
Hugo Jacomet e Sonya Glyn di Sartorial Talks sono da anni punti di riferimento molto accreditati per tutti gli amanti dell’eleganza maschile. Di questo podcast, l’unico aspetto negativo è che non si tratta di un contenuto nativo per l’audio, ma è il catch-up del loro canale YouTube. Di conseguenza non è un progetto che ti accompagna ad immaginare, conoscere, percepire il settore, ma te lo mostra. E questo, nella trasposizione audio, talvolta si nota.
Unbuttoned, invece, è il podcast datato 2019 del giornalista Bruce Boyer, che vanta una carriera internazionale e decennale nel bespoke. Il podcast racconta lo stile maschile attraverso il corso di sei decadi, oltre ad alcune bonus track aggiuntive, per parlare di storiche aziende tessili, quali Vitale Barberis Canonico o Anderson&Sheppard.
In un settore come quello della moda, che si basa sul gusto estetico e che è, per antonomasia, soggettivo, ascoltare storie, protagonisti e voci autorevoli ci porta a dare un nuovo significato a ciò che appare. Farlo attraverso i podcast è un’opportunità ancora da esplorare ed espandere, da parte dei brand. Perché, come afferma Philip Kotler nel suo libro Onlife Fashion, rimanere «“tradizionali” in un momento storico come questo significa rischiare l’estinzione».
Le notizie della settimana
Bloomberg e iHeartMedia hanno stretto un accordo per la produzione di vari podcast nel corso di tre anni. Si parte con un daily sulle criptovalute.
La Minnesota Public Radio ha cancellato In The Dark, pluripremiato podcast d’inchiesta di cui sono state prodotte due stagioni. La seconda ha portato all'annullamento della condanna a morte di Curtis Flowers, un uomo afroamericano processato sei volte per lo stesso crimine.
Spotify ha temporaneamente rimosso decine di episodi di The Joe Rogan Experience per «problemi tecnici».
Twitter ha rinnovato Twitter Media, la sua piattaforma dove raccoglie guide pratiche per i creator. La piattaforma, rilanciata come Twitter Create, ha anche una sezione dedicata ai podcaster.
Reddit ha lanciato un nuovo programma per dare una spinta a Reddit Discuss, il suo prodotto dedicato al social audio, e scoprire nuovi host.
Peter Freedman, il fondatore di RØDE Microphones (azienda australiana che produce i microfoni migliori del mondo), è stato inserito nella lista degli uomini più ricchi dell’Australia.
Al lavoro per far crescere il settore
di Davide Panza, CMO di MDE - Audio Strategy
Sono passati cinque anni da quando Mirko e io andammo per la prima volta nella sede di IAB Italia a parlare con il direttore. Argomento: la stesura del primo White Paper sul digital audio advertising. Un impegno importante quello di scrivere i presupposti e le modalità con cui il digital audio dovesse essere venduto e acquistato. E che ci sentimmo onorati di prendere in virtù anche del nostro essere i partner italiani di Triton Digital (leader globale di tecnologia e servizi per il settore dei podcast e degli audio digitali), sodalizio che prosegue tutt’ora.
Fu così che ci trovammo al tavolo con diverse società molto più blasonate e centinaia di volte più grandi di noi. Con grande dedizione coordinammo quel lavoro che venne presentato ufficialmente al mercato a ottobre 2017 in un evento tutto nostro, in cui ospitammo IAB. Fu un grande onore e il primo passo concreto del nostro posizionamento non come podcast creator, ma come esperti di mercato che integrano l’audio nelle strategie di comunicazione dei brand (noi la chiamiamo audio strategy).
Da quell’ottobre non ci siamo mai fermati nel cercare di far crescere il comparto del digital audio a prescindere dai nostri interessi diretti, perché siamo fermamente convinti che partecipare alla costruzione corretta del nostro mercato e alla disseminazione di nozioni e comportamenti finalizzati alla crescita del comparto faccia bene a tutti.
Ed ecco che mentre Mirko ha appena concluso il lavoro all’OBE Podcast Commitee per la redazione del primo White Paper sul branded podcast (qui la composizione del Tavolo di Lavoro e il link per scaricare il documento), io mi trovo a coordinare i lavori, in compagnia della bravissima Cristina Pianura, per la seconda release della “Digital Audio Buyers Guide” di IAB Italia.
Lo facciamo per interesse personale? Ci guadagniamo qualcosa? Di sicuro non direttamente, ma siamo convinti che un mercato con regole e documenti chiari e condivisi, dove le informazioni fondanti vengono elaborate e diffuse da autorevoli e riconosciuti organismi, sia un buon posto dove impegnarsi per far crescere una sana idea imprenditoriale e di business.
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La prossima newsletter, con i consigli di ascolto e di lettura, uscirà giovedì 2 giugno 💌
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