Sì, viaggiare
Nella mente e nelle sue potenzialità, nella scrittura di un disco e nel decennio appena passato (quello che ci manca di più)
Ciao e ben ritrovato e ritrovata su Questioni d’orecchio, la newsletter sul mondo dell’audio parlato on demand di Andrea de Cesco. Io sono Loretta da Costa Perrone e oggi sono qui per parlarti dei podcast e degli audiolibri che mi sono piaciuti di più tra quelli usciti negli ultimi 15 giorni.
Ma prima volevo parlarti del viaggio stampa a Venezia per la presentazione di Chronorama. Istantanee dal Novecento a cui ho avuto il privilegio di partecipare qualche settimana fa.
Il podcast, realizzato da Palazzo Grassi con Chora Media come accompagnamento della mostra Chronorama. Tesori fotografici del 20° secolo, è composto da tre episodi che guidano l'ascoltatore in un viaggio nel Novecento. Ne ho scritto un approfondimento che trovi sul sito di Questioni d’orecchio.
E ora cominciamo con i consigli di ascolto!
Clicca il bottone qui sotto per diventare un iscritto pagante a Questioni d’orecchio! Il tuo abbonamento non solo contribuirà a sostenere questa newsletter, ma ti garantirà anche contenuti esclusivi 🌟
I consigli d’ascolto
Nessun detective della letteratura mi affascina più di Sherlock Holmes: il suo modo di pensare, di essere sempre un passo avanti, di non dare mai nulla per scontato, le sue capacità deduttive fuori dal comune lo hanno sempre reso, ai miei occhi, una specie di supereroe.
Pensa come Sherlock, prodotto da storielibere.fm e disponibile in esclusiva su Audible, è il nuovo podcast del divulgatore scientifico Massimo Polidoro che, prendendo spunto dalle avventure di Holmes, racconta come funziona la mente. Nelle otto puntate del podcast Polidoro ci guida nella costruzione di una vera e propria “cassetta degli attrezzi mentale” da utilizzare nella vita di tutti i giorni, per imparare a scampare alle trappole cognitive che distorcono la realtà.
Un essere umano come Holmes potrebbe esistere nel mondo reale? No, ovviamente. Ma tutti i suoi ragionamenti, una volta spiegati, sembrano semplicissimi. E quindi perché a noi sembra quasi una magia? Perché siamo abituati a vedere ma non a osservare, per esempio, e così non riusciamo a distinguere ciò che è rilevante da ciò che non lo è.
In conclusione, questo podcast è un’ottima palestra dove allenare la nostra mente. E, come dice il detective, «imparare a usare bene il proprio cervello è la cosa più importante della vita».Sono una millenial semplice: qualunque cosa io stia facendo, quando sento L’amour toujours non posso trattenermi dal sorridere e canticchiarla, anche sottovoce. Quindi quando i tre host de Il decennio breve si sono messi a cantarla mi sono subito sentita a casa.
Il decennio breve. Guida semiseria agli anni zero è un viaggio tra cultura mainstream e underground negli anni che vanno dal 2001 al 2011. È un podcast talk (disponibile sulle app di ascolto gratuite) in cui Maria Cafagna, Stefano Monti e Alice Oliveri ci conducono in un viaggio nostalgico negli anni in cui noi millennial eravamo giovani e pieni di speranze, ma soprattutto negli anni in cui - più che mai - c’è stata una forte e netta distinzione tra indie e mainstream. Un’epoca in cui è successo di tutto, insomma. La prima puntata, Moosica (da leggere rigorosamente con il tono che Enrico Papi usava nel suo storico programma Sarabanda) esplora la scena internazionale del tempo, mentre nella seconda si parla di musica italiana attraverso le classifiche di quegli anni. Un podcast imperdibile per la Gen Y (quella dei millennial, appunto), che rimpiange le suonerie polifoniche e la cultura pop, ma che può essere utile anche alla Gen Z per capire meglio da dove veniamo e dove stiamo andando.
Ho incontrato per la prima volta la musica di Giovanni Truppi nel giugno del 2015, durante il Festival Musica Distesa. Era timido, riservato e la sensazione che sia sempre rimasto fedele a sé stesso mi è tornata molto forte durante l’ascolto di
Esseri finiti, il podcast che anticipa l’uscita, il 28 aprile, del suo nuovo disco, Infinite possibilità per esseri finiti. Scritto da Truppi con Marco Rip e Giacomo De Poli, prodotto da Virgin Music e LifeGate Radio e disponibile su tutte le piattaforme di ascolto gratuite, è un viaggio tra Bologna, Roma, Napoli e Mestre in cui il cantautore svela e anticipa molto di quello che presumibilmente troveremo all’interno del nuovo album: il senso di colpa per essere un uomo occidentale, la posizione di privilegio, il tema della morte, il senso di comunità. Un confronto con persone vicine e lontane sui temi che per lui sono stati spunti di riflessione «per creare un ulteriore habitat intorno al disco».
William Bradshaw è su un treno che dai Paesi Bassi lo sta portando in Germania, ufficialmente per una vacanza. Ma in realtà ha intenzione di allontanarsi dalle costrizioni della famiglia. Durante il viaggio conosce un tipo un po’ bizzarro, Arthur Norris. I due diventano amici e le innumerevoli stranezze di Arthur, che peraltro indossa un parrucchino, si fanno via via sempre più evidenti: l’uomo si rivela un masochista, molto vicino al comunismo, con un talento da affabulatore, incline al misfatto e dedito allo sperpero. Finché il gioco non inizia a farsi troppo serio per tutti. Questa, in sintesi, la trama de Il signor Norris se ne va di Christopher Isherwood. L’audiolibro, letto da Paolo Brigugli, è disponibile in esclusiva su Storytel.
Ho già avuto occasione di dire quanto mi piacciano i gialli, soprattutto quelli a sfondo storico. Il quinto capitolo della serie I delitti Mitford, Il caso della sorella scomparsa (scritto da Jessica Fellowes e letto da Tamara Fagnocchi, disponibile in esclusiva su Storytel) è il perfetto mix tra questi due ingredienti. Siamo in Inghilterra. La protagonista è Jessica Mitford, detta Decca, pecora nera della sua famiglia nobile e stravagante che nel 1937, con i regimi di estrema destra al potere, volta le spalle ai propri privilegi per votarsi al comunismo. Un giorno Decca scompare nel nulla. E non è affatto una fuga volontaria, come crede la famiglia in un primo momento. A risolvere l’enigma viene chiamata Louisa Cannon, fondatrice insieme al marito, l’ex poliziotto Guy Sullvan, dell’agenzia investigativa Cannon & Sullivan. Spariscono altre donne e Luisa non ci mette molto a mettere insieme i puntini, in un coinvolgente viaggio attraverso l’Europa.
Sì, mi piacciono i gialli a sfondo storico, l’ho appena scritto. Ma la ciliegina sulla torta la metto quando i fatti sono tratti da una storia vera. È il caso di Tokyo anno zero (scritto da David Peace, letto da Michele Botrugno e disponibile in esclusiva su Audible), un thriller pazzesco, quasi scioccante, il primo della Trilogia giapponese dell’autore. Siamo nel 1946 e la Tokyo del dopoguerra è occupata dall’esercito americano, i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki sono una ferita ancora aperta per gli abitanti che si sentono umiliati ogni giorno a causa di quell’occupazione. In questo scenario si muove e agisce un serial killer che uccide donne disperate, massacrate e abbandonate all’aperto. Un audiolibro che ti terrà col fiato sospeso, dove scoprirai che nessuno è quello che dice di essere.
👂 Qui puoi segnalare NUOVI podcast che hai ascoltato o che stai per lanciare.
I consigli di lettura
La sindrome della seconda stagione, ovvero di quanto sia difficile creare la seconda stagione di un podcast, anche se ha avuto successo.
La Gen Z non ama la pubblicità online ma pare apprezzare quella che arriva dai prodotti audio, soprattutto quando è personalizzata.
Un interessante punto su come gli studenti universitari interagiscano e fruiscano i podcast.
Sei un podcaster indipendente? Eccoti cinque cose che devi sapere se vuoi cercare uno sponsor.
È possibile creare un buon podcast senza seguire una sceneggiatura? Sì, e c’è di più: “non scritto” non significa improvvisato.
Un approfondimento dal Podcast Movement, il più grande raduno mondiale di podcaster, su come misurare e definire il successo di un podcast indipendente.
Nella sottile arte di riutilizzare i contenuti, anche i podcast possono diventare un post sul tuo sito o sui tuoi canali social. Come? Per esempio trascrivendo l’audio di una puntata o creando brevi video.
✍️ Se hai una proposta di articolo, non esitare a farti avanti: scrivi ad andrea@questionidorecchio.it.
📢 Se invece vuoi promuovere un servizio o contenuto su QdO scrivi a sponsor@questionidorecchio.it e riceverai tutti i dettagli.
#VITADAPODCASTER
Raccontare storie per sentirsi meno soli
di Samuele Sciarrillo
È martedì pomeriggio, sono da poco passate le 3 e davanti a me c’è un microfono.
Lo osservo con attenzione, si vede subito che ha almeno una decina d’anni. Istintivamente mi domando come sarà la resa una volta che aprirò bocca. Lo so, è un pensiero assurdo nella situazione in cui mi trovo. Mi concentro quindi su quello che sto per leggere. Non sono a mio agio, lo ammetto. E non è tanto per il fatto di non essere a casa mia o davanti al mio microfono.
Alzo lo sguardo e davanti a me, faccio un conto veloce, credo ci siano tra le 200 e le 300 persone.
Tutti mi stanno fissando in religioso silenzio e il peso di quegli sguardi lo sento tutto addosso. Probabilmente si stanno chiedendo cosa stia per leggere. Non lo sa nessuno cosa sto per leggere, tranne mia figlia di dieci anni. A lei ho semplicemente detto: «Vedrai che rideranno in più di un’occasione. Ti do un compito, conta quante volte».
A dirla tutta, fino a qualche ora fa nemmeno io sapevo se avrei letto qualcosa. Poi però ho mandato un messaggio alle mie sorelle e a mio fratello: «Se per voi va bene, vorrei leggere qualcosa».
Mi hanno risposto subito di sì, senza esitazione, ed è stata una boccata d’ossigeno.
Ora, però, ho una paura fottuta!
Butto uno sguardo furtivo allo smartphone per capire che ore sono ma non posso fare a meno di soffermarmi sull’icona di Spotify. Penso inevitabilmente alla puntata uscita oggi di Troubles, il mio ultimo podcast. È un episodio particolarmente forte, che inizia con il racconto di quanto accaduto durante due funerali celebrati a Belfast a fine anni '80. Mentre rialzo lo sguardo non posso fare a meno di pensare a quanto sia beffardo il destino: con questo, oggi, fanno tre.
Scorgo la mia famiglia laggiù in fondo, in prima fila… E poco più avanti la bara di mio padre.
🌟 Se ti va, seguici su Instagram e LinkedIn.
❤️️ Se la newsletter ti è piaciuta clicca sul cuore qui sotto e parlane sui social e con le persone a cui potrebbe interessare!