Sulle tracce della memoria
Quella delle madri di Sara Poma e Sofia Borri e dell'ex compagno di Matteo B. Bianchi, quella delle vittime del Forteto o del magistrato Giovanni Falcone: podcast e audiolibri per non dimenticare
Da quando ho iniziato a scrivere riguardo a questo magnifico mondo, ormai cinque anni fa, ho visto nascere anche in Italia sempre più spazi dedicati al racconto e al commento dei podcast. Ormai ce ne sono davvero moltissimi, tutti a loro modo preziosi. E mi pare che, nel loro insieme, siano in grado - siamo in grado: ci metto anche Questioni d’orecchio - di ridimensionare il principale problema dei podcast dal punto di vista degli ascoltatori. Ossia, la difficoltà a trovare cose belle nel mare magnum delle nuove, continue uscite. Lo ha ribadito Erik Jones (curatore egli stesso di una newsletter di consigli d’ascolto), con tanto d’immagine esplicativa 👇
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I consigli d’ascolto
È quando noto che qualcosa che ho ascoltato/letto/guardato ha sedimentato nella mia mente - che ci penso senza quasi rendermi conto che ci sto pensando - che capisco che quel “qualcosa” ha avuto un impatto su di me. Mi è successo con FIGLIE, produzione di Chora Media: Sara Poma, la sua autrice (tra le voci più interessanti del panorama della narrazione orale, in Italia e non solo), me lo ha mandato qualche tempo prima prima della sua pubblicazione su Rai Play Sound (le prime tre puntate si trovano anche su Spotify). A distanza di settimane ancora ci penso.
Figlie nasce da un’email che Sara ha ricevuto all’inizio della primavera del 2022 da parte di una donna di origine argentina con cui condivide ben più dell’anno di nascita, il 1976: Sofia Borri, compagna di un ex collega di Sara. Sofia aveva ascoltato Carla (il primo podcast di Sara Poma, a cui poi è seguito Prima) e aveva pensato che Sara fosse la persona giusta per aiutarla a ricostruire la memoria di sua madre Silvia. Nel 1978 Silvia e Sofia erano state sequestrate dai militari della dittatura argentina: mentre Sofia fu poi riconsegnata alla famiglia, di sua madre invece non si seppe più nulla. Quando ha ricevuto l’email di Sofia, Sara si stava interrogando sulla memoria della sua di madre, Marisa, scomparsa a causa di una malattia quando Sara aveva 17 anni. I parallelismi tra le storie di Sara e Sofia, così come quelli tra la storia d’Italia e la storia dell’Argentina (con la testimonianza di Enrico Calamai, viceconsole italiano a Buenos Aires negli anni del golpe, a fare da giuntura tra le due), percorrono tutte e sei le puntate del podcast. Anche se a prevalere è il racconto della vicenda di Sofia e sua madre e degli obbrobri della dittatura di Jorge Rafael Videla. Dal terzo al sesto e ultimo episodio il podcast diventa infatti soprattutto un audiodocumentario dall’Argentina, dove nel settembre scorso Sara, Sofia e Ilaria Orrù (che ha collaborato con Sara alla realizzazione di Figlie) sono andate per mettersi sulle tracce di Silvia, grazie ai ricordi delle persone che le hanno voluto bene. Le testimonianze delle generosissime persone che le tre donne hanno incontrato durante il loro viaggio (con Sofia a tradurre in diretta dallo spagnolo all’italiano) sono meravigliose cartoline sonore che prendono subito forma nella testa dell’ascoltatore (il tango che Carlos, “El Negro Cabrera”, ha dedicato a Silvia nel terzo episodio è qualcosa di sublime).
Da questo straordinario podcast, scritto e narrato con somma grazia da Sara Poma e sonorizzato con maestria da Luca Micheli e Mattia Liciotti, emerge tra le molte cose una profonda sorellanza, quella tra Sara, Sofia e Ilaria. E ho come l’idea che forse è proprio questa sorellanza il balsamo più potente per sciogliere - almeno un po’ - il dolore del lutto di tutte le «figlie mancate» come Sara e Sofia.🎧 Qui puoi anche ascoltare la mia audio-intervista a Sara, Sofia e Ilaria 🎧
Se vuoi approfondire la storia del dramma dei desaparecidos in Argentina ascolta DNA: I figli rubati dei desaparecidos, inchiesta coordinata fra Repubblica, Le Monde e The Guardian che trovi sulle app free e su One Podcast.
Nel 1977 Rodolfo Fiesoli, allora 36enne, e il suo braccio destro e ideologo Luigi Goffredi, 25 anni, sulle colline del Mugello (in provincia di Firenze) fondarono una comunità agricola ai cui componenti per oltre quarant’anni furono affidati minori in difficoltà. Si chiamava il Forteto ed era frequentata soprattutto da giovani affascinati dalla promessa di vivere in condivisione lontani dalla società moderna. L’idea alla base della comunità era che fosse necessario rinnegare la famiglia “naturale” per dare vita a una famiglia funzionale. I legami - affettivi e sessuali - tra le persone erano osteggiati, le donne erano denigrate, i rapporti omosessuali venivano incoraggiati.
Il 1978 è l’anno del primo arresto di Fiesoli e Goffredi, accusati e poi condannati per abusi sessuali, atti osceni, maltrattamenti e altri reati. Tutti sapevano. Eppure, per diverso tempo a seguire politici, istituzioni, assistenti sociali e magistrati hanno trattato Fiesoli come un profeta e il Forteto come un progetto da rispettare ed elogiare. Fino al 2012 alla comunità furono affidati decine di minori con problemi vari. Com’è potuto succedere? Il giornalista Marco Maisano e il criminologo Edoardo Orlandi hanno ricostruito la vicenda, anche attraverso diverse interviste ai suoi protagonisti e testimoni, nelle sette puntate della serie audio L’ISOLA CHE NON C’ERA. LA FAVOLA NERA DEL FORTETO, con una narrazione (di Maisano stesso) e una sonorizzzione (di Andrea Casagni) che sottolineano il contrasto fra l’inspiegabile fama di paradiso che si era fatto il Forteto e i fatti disgustosi che accadevano al suo interno. Il podcast, nato dalla collaborazione tra One Podcast (casa di produzione del gruppo Gedi) e CasoZero Media (podcast factory fondata da Orlando e due amici), si trova sulle app d’ascolto gratuite e sull’app di One Podcast.Di Marco Maisano ti consiglio anche Fantasma. Il caso Unabomber (sempre sulle app free e su One Podcast).
Ci sono persone che, volenti o nolenti, fanno la storia: persone che conosciamo tutti, pur senza conoscerle davvero. È il caso di Giovanni Falcone, magistrato palermitano che il 23 maggio 1992 fu ucciso da quella stessa organizzazione criminale che nei 15 anni precedenti si era impegnato a contrastare con rigore e coraggio immensi: la mafia. Non sapevo però che quel coraggio derivasse, in parte, dagli insegnamenti di una madre durissima, che ripeteva a Giovanni bambino che i maschi non devono piangere. Non sapevo che Falcone in gioventù fosse stato un ottimo cannottiere, o che il suo sogno fosse quello di entrare nella Marina Militare: i genitori non erano d’accordo, fu il padre (ginecologo) a iscriverlo a magistratura. Ci sono moltissime altre cose che non sapevo di Falcone e che ho scoperto ascoltando i dieci episodi di CHI CHIAMERÒ A DIFENDERMI, serie Audible Original di Roberto Saviano (che oggi peraltro ha la stessa età che aveva Falcone quando fu ucciso, 43 anni). Lo scrittore, che alla figura del magistrato ha già dedicato il libro Solo è il coraggio e ne ha sviscerato l’immane lavoro nel podcast Maxi processo a Cosa Nostra, ripercorre qui la biografia di Falcone, anche dando voce a diverse persone che lo conobbero da vicino. Saviano parte dalla fine, dalla strage di Capaci, per poi tornare al principio: aneddoto dopo aneddoto, testimonianza dopo testimonianza, viene così fuori un ritratto dettagliatissimo dell’uomo e del magistrato, con un racconto che alterna gli aspetti più intimi e le vicissitudini professionali di Falcone. Il podcast, scritto da Saviano con Stefano Piedimonte e sonorizzato da Niccolò Martin, si ascolta su Audible.
Se il tema ti interessa, puoi recuperare sulle app free Cosa resta di Will Media, sulla storia di Falcone e Paolo Borsellino.
🎧 Cos’altro ho iniziato ad ascoltare: Diabolica. La coppia dell’acido, Chiedilo a Barbero e Baby Gang. Il lato oscuro dell’adolescenza 🎧
«Il motivo che mi ha spinta a scrivere GLI ANNI non era quello di lottare contro l’imposizione dello sguardo maschile, ma di mostrare come lo scorrere del tempo fosse percepito dalle donne in modo del tutto diversa rispetto agli uomini. Racconto la storia della Francia dagli anni Quaranta fino ai giorni nostri, filtrata dalla sensibilità femminile». Questo passaggio di un’intervista di un paio di anni fa ad Annie Ernaux, vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 2022, dice molto del più famoso libro della scrittrice francese (premio Strega Europeo 2016). Se non lo hai ancora letto, ma anche se lo hai già fatto, ti consiglio di ascoltarlo attraverso la voce - azzeccatissima - dell’attrice Sonia Bergamasco. Sarà l’occasione per vivere una storia incredibile: la storia personale di Ernaux, ma anche la Storia collettiva della società in cui è vissuta e continua a vivere. L’audiolibro è un’esclusiva Audible.
Un giorno d’autunno, nel 1998, S. sta finendo di portare via le sue cose dall'appartamento di Matteo B. Bianchi dopo la fine della loro storia d'amore. S. chiama Matteo e gli dice: «Quando torni io non ci sarò già più». Matteo torna a casa e scopre che S. si è tolto la vita. Nei mesi e negli anni successivi Matteo prova qualunque cosa per superare quel dolore. Tutto invano. Avrebbe avuto bisogno di un libro come quello che, a distanza di un quarto di secolo, ha dedicato alla sua storia con S.: LA VITA DI CHI RESTA. Un libro che nasce dall’equilibro tra il Matteo persona, che vuole salvarsi, e il Matteo scrittore, che vuole guardare dentro l’abisso. Un libro straziante e prezioso, che si può ascoltare su Audible nella narrazione dell’attore Lino Guanciale.
Tra il 1986 e il 1990 lo scrittore Pier Vittorio Tondelli curò tre antologie di testi scritti da persone con meno di 25 anni. A quel progetto, intitolato Under 25, è ispirata un’altra antologia, edita qualche mese fa da Accento (nuova casa editrice fondata da Alessandro Cattalan e diretta dallo stesso Matteo B. Bianchi di cui sopra). Si chiama QUASI DI NASCOSTO ed è frutto di un immane lavoro di talent scouting: i 12 racconti sono opera di altrettanti autori debuttanti under 25. L’opera, che mira a indagare sulla realtà vissuta dai più giovani (si parla di amore estivi e di una ragazza ucraina in fuga da un centro rifugiati di Milano, di prime mestruazioni e di nottate in spiaggia), è ora disponibile anche in formato audio su Storytel, con sei narratori diversi.
💡 Sapevi che su Storytel si trovano anche ebook? Tra i vari c’è proprio quello di Quasi di nascosto 💡
👂 Qui puoi segnalare NUOVI podcast che hai ascoltato o che stai per lanciare.
I consigli di lettura
L’epoca dei podcast creati con l’intelligenza artificiale generativa è ufficialmente iniziata: prepariamoci alla noia. (E nel caso te la fossi persa, ti segnalo questa guida pratica di Margherita Maspero su come sfruttare l’IA per realizzare e promuovere il tuo podcast.)
Un tempo guardare la tv era un’attività che si svolgeva con amici o famigliari, scambiandosi commenti seduti sul divano. Oggi invece è diventata un’attività per lo più solitaria. I cosiddetti companion podcast, in cui si riassumono o commentano serie tv, permettono di ritrovare quel senso di connessione che si è perso.
Gli “sleepcast” invece sono i podcast pensati per fare addormentare chi li ascolta. E pare che stiano dando un contributo fondamentale per rendere prodotti e servizi legati al sonno sempre più centrali all’interno del mercato del benessere.
Da una parte c’è il numero degli ascoltatori, dall’altro il tempo (totale) speso ad ascoltare i podcast: il rapporto tra questi due dati - che il super esperto del mercato dei podcast Tom Webster chiama “podcasting’s golden ratio” - è un elemento importante da monitorare. Al momento entrambi i dati sono in crescita. Per fare in modo continui così - osserva sempre Webster - bisognerebbe puntare di più sulla cross-promozione.
Gli obiettivi, le potenzialità e le incognite di “New York Times Audio”, la nuova app per abbonati del giornale statunitense che raccoglie tutti i suoi contenuti audio.
Dieci accorgimenti per presentare in modo efficace il tuo podcast (il pezzo fa riferimento nello specifico a podcast fiction, ma in realtà valgono per qualunque serie orizzontale).
📢 Se vuoi promuovere un servizio o contenuto su QdO scrivi a sponsor@questionidorecchio.it e ti manderemo tutti i dettagli.
#EUPOD
La Germania e i suoi podcast
Tra ascolti in compagnia di animali domestici e live con valanghe di waffle per gli ospiti
di Ilaria Potenza
Ciao, spero che il nostro appuntamento su EuPod un po’ ti sia mancato, perché a me da matti. Il nostro è una specie di Interrail dell’ascolto. Mi piace definirlo così perché il viaggio che inizia quando mettiamo le cuffiette è intimo, in quel modo particolare che appartiene solo al podcast, e di vera scoperta di qualcosa al di fuori di noi.
L’ultima fermata ci ha portati in Finlandia, ora invece ci spostiamo in Germania, dove il 59% dei giovani tra i 25 e i 34 anni ascolta regolarmente podcast. I dati sono stati pubblicati da Statista, che ha evidenziato come Spotify sia la piattaforma più popolare per l'ascolto tra i più giovani, mentre gli adulti preferiscono YouTube. Negli ultimi due anni i podcast più apprezzati nel Paese sono quelli di informazione: il più popolare per esempio è stato fino a poco tempo fa Das Coronavirus-Update von NDR Info, con il 17% degli intervistati che ha ascoltato il format. Un altro 16% si è sintonizzato su Gemischtes Hack e il 13% sulla serie true crime Mordlust - Verbrechen und ihre Hintergründe.
Risposte curiose vengono poi fuori alle domande sulle abitudini di ascolto. La maggior parte preferisce ascoltare i podcast in solitaria, mentre il 14% lo fa in compagnia del proprio animale domestico o del partner. E al di là delle faccende domestiche, come momento preferito per dedicarsi alle storie audio anche l’attesa in un negozio o in un ufficio postale può diventare una buona occasione per premere play. Ecco perché da qualunque posto tu mi stia leggendo, sappi che è il momento per aggiornare la tua lista europea di podcast. Los geht's! 🇩🇪