La scuola in ascolto
Da qualche anno i podcast stanno entrando nelle orecchie degli studenti come strumento didattico. Un'esperta del settore racconta alcuni casi italiani di podcast realizzati per e nelle scuole
Sogno un giorno in cui il mercato dei podcast sarà misurabile in modo trasparente, per esempio con un ente super partes in grado di certificare i download. Sul fronte della misurazione, comunque, negli ultimi anni sono stati fatti dei passi avanti importanti anche in Italia. Soprattutto per quanto riguarda la misurazione e l’analisi degli ascoltatori, con studi - come quelli di Ipsos - molto seri e approfonditi.
La stragrande maggioranza di questi studi hanno però una lacuna: non coinvolgono quasi mai le fasce più giovani della popolazione, e spesso nemmeno quelle più anziane. Ne parlavo con Maria Vittoria Alfieri, Innovation & Digital Education Manager, e Sabrina Tinelli, responsabile dei contenuti editoriali di Chora, durante un evento sulle potenzialità del podcasting nella scuola organizzato da Mr Digital (è proprio Maria Vittoria a firmare il pezzo di approfondimento di questo numero di Qdo, dedicato ai podcast e alla didattica).
Almeno nel nostro Paese, oggi ragazzi e ragazzini non mi sembrano grandi ascoltatori di podcast. Ecco, credo che per evitare di perdersi questa fondamentale fetta di pubblico sia importante impegnarsi per coinvolgere ragazzi e ragazzini stessi, e coinvolgerli anche in ricerche e sondaggi. Innanzitutto per capire chi sono e quali generi di contenuti apprezzano, così da creare un’offerta di podcast realmente capace di catturare l’attenzione delle loro orecchie 👂

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Le potenzialità dei podcast nell’education
di Maria Vittoria Alfieri
Il fenomeno podcast non si ferma davvero davanti a nulla e conquista – meglio tardi che mai – anche il mondo della scuola. Un mondo in cui nuovi linguaggi e nuovi media spesso entrano con fatica o in ritardo. Il tempismo è perfetto, però, perché la scuola è in subbuglio, in una fase di profondo cambiamento
Un cambiamento innescato e improvvisamente accelerato dalla pandemia che si è dimostrata, per assurdo, un’incredibile opportunità. E per chi, come me, si occupa di innovazione didattica da oltre 20 anni, poter contribuire con idee e progetti alla rivoluzione copernicana in corso nell’intero sistema educativo è un’esperienza professionale senza precedenti.
Una cosa è certa: non c’è più tempo. È necessario cambiare mindset, è indispensabile superare un modello di didattica tradizionale, tutta libri di carta e lezioni frontali, a favore di una proposta alternativa, fatta di nuovi media, nuove metodologie e nuovi linguaggi. Insomma, strumenti più contemporanei e coerenti con il mondo in cui vivono i veri protagonisti del sistema educativo: gli studenti.
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In questo nuovo scenario i podcast si stanno dimostrando strumenti con potenzialità enormi per trovare ascolto nelle nuove generazioni. E questa non è soltanto una mia opinione, ma un fatto confermato dai numeri: il 43% degli 11,1 milioni di fruitori di podcast in Italia è under 35, come riporta la Digital Audio Survey 2022 Ipsos. La ricerca non evidenzia quanti di questi siano studenti e under 19, ma il dato fornisce comunque un’indicazione chiara che ha fatto entrare i podcast nel radar degli interessi di chi si occupa oggi, con intelligenza, di scuola.
La ricerca Ipsos diventa ancora più interessante, poi, quando fotografa le ragioni principali per cui i podcast vengono ascoltati: il 31% degli intervistati lo fa per imparare qualcosa di nuovo, un altro 31% per sentirsi più informato e il 30% per capire meglio argomenti già noti. Tutte motivazioni che coincidono con gli obiettivi formativi del sistema scuola contemporaneo.
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Per la Gen Z le piattaforme di streaming audio sono ambienti quotidiani, e il pulsante play non serve più solo a far partire musica, ma anche podcast.
Le notizie della settimana
a cura di Andrea de Cesco
🎧 Ascoltatori alpha e boomer
👶 Un sondaggio sull’ascolto di podcast tra i bambini ha rilevato, tra le altre cose, che i bambini che ascoltano podcast li ascoltano spesso.
👩🦳️ Uno studio di Edison Research e NPR mostra invece che il 70% degli over 55 statunitensi è consapevole dell’esistenza dei podcast, ma meno della metà li ascolta.
🗞 Podcast & giornalismo
Secondo un sondaggio di Pew Research, negli Stati Uniti l’87% di chi ascolta podcast di notizie si aspetta che le informazioni ascoltate siano per lo più accurate. (Ai podcast d’informazione ho dedicato un lungo articolo su Prima Comunicazione.)
E una ricerca del Reuters Institute sulla (s)fiducia nell’informazione all’interno di comunità svantaggiate dice che i più giovani per informarsi spesso di affidano a persone (in genere non giornalisti) che parlano di argomenti di loro interesse tramite i social media, i podcast o le piattaforme video.
🏛 Dal podcast al tribunale
Il 3 maggio in Florida ci sarà l’udienza che stabilirà se Leo Schofield, che nel 1989 fu condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie, potrà lasciare il carcere. Il podcast Bone Valley, realizzato dal reporter investigativo premio Pulitzer Gilbert King e dalla producer Kelsey Decker, ha fatto emergere varie prove che dimostrano l’innocenza dell’uomo.
📊 Cifre in aumento e in discesa
⬆️ Secondo l'IAB (Interactive Advertising Bureau), il tasso di crescita dell'audio digitale nel 2022 - pari a 20,9% - è stato il più alto tra tutti i media digitali. Tuttavia la quota dell'audio digitale ha rappresentato solo il 2,8% di tutta la spesa pubblicitaria digitale. Ma si tratta di un aumento di quasi un terzo rispetto al 2020.
⬇️ Secondo uno studio di PQ Media l'ascolto globale di podcast e streaming audio nel 2022 è diminuito del 5% rispetto al 2021. In compenso è aumentato l'ascolto della radio, uno dei pochi media tradizionali che l’anno scorso ha registrato una crescita.
💔 Addii e licenziamenti
Nir Zicherman, cofondatore di Anchor e attuale responsabile della divisione di Spotify dedicata agli audiolibri, lascerà la società. Nell’ultimo anno sono stati diversi i manager che hanno lasciato Spotify.
Luminary, piattaforma di podcast su abbonamento che nel 2021 era stata presentata come il “Netflix dei podcast”, ha licenziato alcuni dipendenti e ridotto i compensi.
🤝 Esclusive & accordi
Nei prossimi mesi i podcast di Gimlet, uno degli studi di produzione di Spotify, verranno distribuiti anche su altre piattaforme, come già accade per quelli di The Ringer. Finora i podcast di Gimlet erano distribuiti in esclusiva su Spotify.
Pinkfong, lo studio d'intrattenimento sudcoreano dietro Baby Shark, ha lanciato una serie di podcast in esclusiva su Apple Podcast.
Higher Ground, la casa di produzione fondata dagli Obama, ha stretto un accordo con Acast. La piattaforma di podcasting svedese gestirà la pubblicità e la distribuzione dei podcast di Higher Ground.
📱 Piattaforme e nuove funzioni
Gli utenti di Megaphone, ossia la piattaforma di Spotify per l’hosting e la monetizzazione dei podcast dedicata alle aziende, hanno ora a disposizione uno strumento per trasformare facilmente i contenuti radiofonici in podcast. (Di programmi radio che diventano podcast scrive Mirko Lagonegro qui sotto, e ne ho parlato anche io su LifeGate Radio.)
L’audio editor di Adobe Project Shasta è stato rilanciato con un nuovo nome, Adobe Podcast, e nuove funzioni specifiche per l’editing di contenuti di audio parlato. Al momento è disponibile in beta e solo negli Usa.
Spotify ha annunciato un’integrazione con Strava che consente agli utenti di ascoltare facilmente musica, podcast e audiolibri mentre usano l’app durante i loro allenamenti.
🌟 Eventi e concorsi
Per i romani e per chi venerdì 21 aprile sarà a Roma: alle 18.30 alla libreria Tuba (nel Pigneto) ci sarà un incontro pubblico con la giornalista francese Victoire Tuaillon, autrice di Le Coeur sur la table. Il podcast, prodotto da Binge Audio, indaga la costruzione delle mascolinità da una prospettiva femminista. All’incontro ci saranno anche le curatrici della versione italiana del podcast, Il cuore scoperto, curata dall’Associazione Vanvera e sostenuto da una raccolta fondi.
Podcastory ha lanciato un concorso gratuito che premia racconti per l’audio di genere fantascientifico a tema “la cucina di mondi lontani”. Qui trovi i dettagli.
IL PUNTO DI MDE
From Radio to Podcast
di Mirko Lagonegro, ceo e cofondatore di MDE Audio
Si può passare – con successo – dalla Radio al Podcasting?
È stata questa, in buona sintesi, la domanda che sul finire del 2020 ci fecero i tre “cavalieri” che danno vita a Don Chisciotte, un podcast di attualità economica condotto da Oscar Giannino con Carlo Alberto Carnevale Maffè e Renato Cifarelli pubblicato due volte alla settimana.
Oggi, arrivati al trentacinquesimo episodio della terza stagione (oltre 200 episodi in totale), possiamo rispondere che sì, si può. Ma non è affatto semplice, anche per chi, come Oscar, Carlo Alberto e Renato, proviene da oltre un decennio di conduzione radiofonica, su Radio24 prima e Radio Capital dopo, grazie alla quale hanno potuto crearsi un’audience.
Nulla di nuovo, per chi come noi di MDE osserva il contesto podcast da anni. Casi di successo di personality radiofoniche che abbiano compiuto questo passaggio sono davvero pochissimi in tutto il mondo, perché c’è un’enorme differenza tra “sfruttare” un’audience preesistente e crearsi la propria.
Ci sono infatti alcuni prerequisiti indispensabili, di cui pochi dispongono se presi singolarmente e ancor meno nel loro insieme.
[Da aprile la rubrica “Il punto di Mde” è un contenuto sponsorizzato]
Nel 2019 ho unito queste due passioni e ho dato vita a Questioni d’orecchio, la prima newsletter italiana sul mondo dei podcast e degli audiolibri.
Parlo di podcast anche su LifeGate Radio ogni martedì dopo il notiziario delle 18, nello spazio “Extra Time Cultura”. E sono la direttrice della Chora Academy, la scuola di podcasting di Chora Media.
Sono laureata in Lettere Antiche e, dopo un anno tra Londra e Barcellona e un master in giornalismo, ho lavorato per diverso tempo al Corriere della Sera.
Oggi vivo tra la pianura padana e Maiorca, dove mi sono trasferita per amore e dove ho la fortuna di poter praticare il mio sport del cuore: la barca a vela ⛵️
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Credo che introdurre i podcast a scuola possa fare più male che bene: già abbiamo un serio problema dell’attenzione, non solo a scuola ovviamente. Introdurre lo strumento del podcast, accaparrarsi una ulteriore “fetta dell’attenzione” presso un pubblico già frastornato e sovrastimolato non mi sembra una idea brillante. I podcast, che ascolto per compagnia e divertimento in alcuni ritagli di tempo, raramente mi hanno “insegnato” qualcosa. Anche quelli fatti bene, secondo me rimangono puro intrattenimento, che va benissimo, ma ‘sti poveri ragazzi lasciamoli stare e non carichiamoli di stimoli ulteriori che lasciano il tempo che trovano.