La provocazione di Guia Soncini ha generato sdegno. Gli ascoltatori in realtà sono milioni. Ma è vero che sapere gli ascolti altrui è impossibile (mancano dati pubblici) e che pochi vivono di podcast
Ciao Andrea! Complimenti per la bellissima analisi ispirata dal post della Soncini (chiamarlo articolo, il suo, mi sembra troppo). E mi aggrego a te quando le invochi un mannaggia 😄
Volevo fare una riflessione con te. Secondo me il paragone che imposti tra podcast e mondo dell'editoria non è del tutto bilanciato. Perché analizzi il mondo dei podcast a tutto tondo, quindi includendo anche gli indipendenti, mentre per quanto riguarda i libri mi sembra che i dati siano solo quelli dell'editoria ufficiale. Ma ci sono una marea di autori che si autopubblicano e vendono migliaia di copie senza passare per nessuna casa editrice, e questi dati potrebbero sbilanciare ancora di più i numeri a favore del mercato libri (siano essi stampati o digitali).
Questo lo dico perché introduci il discorso dicendo che, a differenza di un libro o YouTube, il podcast ha una barriera di ingresso bassissima perché occorre solo un microfono e una piattaforma di hosting. Anche questo non credo sia del tutto vero. Nel senso che oggi come oggi la comunicazione è estremamente democratica e passa per vari canali. Anzi, paradossalmente il podcasting pone anche dei limiti, perché fino a poco tempo fa erano poche le piattaforme di hosting gratuite (ora fortunatamente si è concessa anche Spreaker), ma generalmente per mantenere un servizio di qualità occorre pagare una cifra mensile. Mentre invece posso pubblicare un libro su Amazon completamente a gratis, e anche YouTube mi dà spazio hosting illimitato e una platea immensa e tutto quello che mi occorre per fare video è un telefono.
Tutto questo non va assolutamente a incidere sulla tua analisi, che rimane davvero ineccepibile. Volevo solo proporti questi due punti di vista differenti e chiederti cosa ne pensi.
Ciao Andrea! Complimenti per la bellissima analisi ispirata dal post della Soncini (chiamarlo articolo, il suo, mi sembra troppo). E mi aggrego a te quando le invochi un mannaggia 😄
Volevo fare una riflessione con te. Secondo me il paragone che imposti tra podcast e mondo dell'editoria non è del tutto bilanciato. Perché analizzi il mondo dei podcast a tutto tondo, quindi includendo anche gli indipendenti, mentre per quanto riguarda i libri mi sembra che i dati siano solo quelli dell'editoria ufficiale. Ma ci sono una marea di autori che si autopubblicano e vendono migliaia di copie senza passare per nessuna casa editrice, e questi dati potrebbero sbilanciare ancora di più i numeri a favore del mercato libri (siano essi stampati o digitali).
Questo lo dico perché introduci il discorso dicendo che, a differenza di un libro o YouTube, il podcast ha una barriera di ingresso bassissima perché occorre solo un microfono e una piattaforma di hosting. Anche questo non credo sia del tutto vero. Nel senso che oggi come oggi la comunicazione è estremamente democratica e passa per vari canali. Anzi, paradossalmente il podcasting pone anche dei limiti, perché fino a poco tempo fa erano poche le piattaforme di hosting gratuite (ora fortunatamente si è concessa anche Spreaker), ma generalmente per mantenere un servizio di qualità occorre pagare una cifra mensile. Mentre invece posso pubblicare un libro su Amazon completamente a gratis, e anche YouTube mi dà spazio hosting illimitato e una platea immensa e tutto quello che mi occorre per fare video è un telefono.
Tutto questo non va assolutamente a incidere sulla tua analisi, che rimane davvero ineccepibile. Volevo solo proporti questi due punti di vista differenti e chiederti cosa ne pensi.
Grazie sempre dell'ottimo lavoro.